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Agguato a Fuorigrotta: i killer dovevano colpire un boss e suo figlio, scampati ai 12 colpi esplosi

Colpi di arma da fuoco sono stati esplosi poco dopo le 19 in via delle Legioni nel quartiere Fuorigrotta a Napoli. Inizialmente non si è esclusa alcuna ipotesi: agguato o “stesa”.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Bagnoli, che hanno avviato le indagini e in breve tempo hanno appurato che non si è trattato di una stesa, ma i 12 bossoli calibro 9 rinvenuti sul selciato e sequestrati, avevano un obiettivo ben definito.

I killer dovevano colpire un boss e suo figlio, scampati ai 12 colpi esplosi

Autori del raid delle persone a bordo di uno scooter che sono fuggite dopo aver esploso diversi colpi. Obiettivo dei killer, a quanto pare, erano un boss e suo figlio, Vitale e Giuseppe Troncone. Il primo era già altre volte scampato a violenti agguati, il secondo, Giuseppe Troncone era stato scarcerato di recente dopo un arresto per rapina e lesioni risalente allo scorso ottobre.

Non una stesa, quindi, ma una vera è propria spedizione di morte fallita, nell’ambito di una guerra finora latente tra i clan del posto e quelli dei quartieri confinanti.

Vitale Troncone era già altre volte scampato a violenti agguati

Poco distante dal luogo dell’agguato di questa sera c’è il bar di famiglia, situato al civico 47 di via Caio Duilio. Vitale Troncone fu vittima di un simile agguato e gravemente ferito il 23 dicembre del 2021. Quel giorno, l’antivigilia di Natale, alle 11 del mattino, con tanta gente in strada per gli ultimi acquisti per le feste, il commando fece fuoco con l’obiettivo di uccidere proprio davanti alla Caffetteria Troncone.

Nel marzo del 2022, appena tre mesi dopo, fu registrata un’altra azione di fuoco, una “stesa” contro la sua abitazione.

Situazione instabile tra i clan dopo l’omicidio di Antonio Volpe

La tregua in questa zona della città di Napoli è divenuta molto instabile dopo l’omicidio, il 15 marzo 2021, del 78enne Antonio Volpe. L’uomo, ufficialmente titolare di una tabaccheria, stando alle informative dei verbali dei collaboratori di giustizia, l’uomo era un vero e proprio ago della bilancia. Sarebbe stato il grande mediatore tra i vari clan sempre pronti ad aggredirsi in tutta l’area flegrea.

Ripresa la faida che attanaglia la zona flegrea

Questa serie di attacchi, ora mette in luce segnali preoccupanti che fanno pensare a una ripresa della faida a orologeria che attanaglia la zona flegrea da oltre due anni. Le stragi di sangue e i continui attacchi dimostrano la persistente instabilità che regna in questa parte della città. Le conseguenze sono ben evidenti: vite spezzate, ferite profonde e una popolazione che vive nel timore costante di essere coinvolta in questa spirale di violenza.

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