Niente ergastolo per i presunti assassini di Nicholas Di Martino di Gragnano. Ieri mattina la sentenza di Appello dei giudici partenopei, con la condanna a 18 anni di reclusione per Maurizio Apicella (confermata la sentenza di primo grado) e 9 anni e 4 mesi per Ciro Di Lauro (con uno sconto di pochi mesi rispetto al primo grado di giudizio). Una udienza particolarmente tesa, quella andata in scena ieri mattina nell’aula 318 della Corte d’Appello di Napoli.

Gragnano, niente ergastolo per i presunti assassini di Nicholas Di Martino: la rabbia dei familiari del 17enne

Appena letta la sentenza dai giudici, è esplosa infatti la rabbia della mamma di Nicholas, che ha urlato: “Assassini andate via, mostri, siete dei mostri, avete ucciso mio figlio, un ragazzino di 17 anni”. L’udienza è stata interrotta ed è dovuta intervenire la polizia per allontanare la mamma di Nicholas (difesa dagli avvocati penalisti Giovanni Zara e Raffaele Attanasio) e ripristinare la calma. Il 17enne, nipote del ras Nicola Carfora (alias ‘o fuoco) dei Monti Lattari, tuttora in carcere in quanto condannato all’ergastolo per l’omicidio di un imprenditore caseario di Gragnano, fu raggiunto da una coltellata in seguito ad una lite con Apicella e Di Lauro.

Con Di Martino c’era anche il cugino Carlo Langellotti

Con Di Martino c’era anche il cugino Carlo Langellotti, che rimase a sua volta ferito nella colluttazione. I fatti risalgono alla notte del 25 maggio 2020, quando in via Vittorio Veneto si verificò la lite tra Di Martino e i due presunti baby killer. Nelle varie fasi del processo, è stato ricostruito che Nicholas provò a fuggire. Voleva salvarsi. Scappare dai suoi aggressori che, nella notte, lo inseguivano armati di un coltello tra le strade di Gragnano. Invece Apicella (oggi 22enne) lo raggiunse e uccise a poche centinaia di metri dal Comune. Secondo gli inquirenti, l’omicidio è maturato in un contesto legato alla concorrenza nello spaccio della droga, tra giovani con alle spalle famiglie di clan avversi.

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