Allarme gioco d’azzardo a Castellammare, l'allarme di Exodus 94:

È allarme gioco d’azzardo a Castellammare di Stabia. Un fenomeno che andrebbe ad alimentare il mercato illecito dell’usura, gestito a Castellammare dal clan D’Alessandro. Tutto ciò è emerso durante il convegno organizzato dalla fondazione antiusura Exodus 94, i cui soci si sono riuniti per l’assemblea annuale. Ma la camorra si è riorganizzata e, oltre all’usura, è riuscita ad inserirsi nelle aziende dedite ai punti gioco e scommesse.

Allarme gioco d’azzardo a Castellammare, l’allarme di Exodus 94: “Lo Stato è un amico immorale”

Secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, i D’Alessandro e i Cesarano (le due cosche principali locali) avrebbero investito proprio nel gioco d’azzardo, soprattutto quello dei giochi e delle scommesse in concessione dello Stato, che genera elevati e rapidi guadagni a fronte di bassi rischi. La camorra stabiese – secondo gli inquirenti – continua a investire consistenti capitali, attraverso la gestione diretta o indiretta di società concessionarie di giochi e di sale scommesse, oppure mediante l’imposizione di slot machine.

Non a caso, nell’ultimo periodo tra Castellammare e i monti Lattari si sono moltiplicati i punti gioco e i punti scommesse. Per gli inquirenti, spesso dietro l’apertura dei corner si nasconderebbe la mano della camorra. “Ci piangiamo addosso per l’usura che c’è sul territorio – ha affermato Daniele Acampora (presidente Exodus94) durante l’assemblea – da Sorrento a Castellammare, Capri inclusa. Ma la verità è che abbiamo un serio problema con il gioco d’azzardo e non abbiamo le forze per incontrare tutte queste persone. Il sistema va cambiato – continua – ma servono percorsi strutturati da fare insieme alle amministrazioni.

“Noi ascoltiamo tanto e tutti ogni giorno, ma non basta”

Diciamocela tutta, la Fondazione è qui anche perché c’è la Chiesa, fondamentale in questo percorso. Noi ascoltiamo tanto e tutti ogni giorno, ma non basta. Non possiamo continuare ad inventarci soluzioni che non ci sono e questo perché le persone in difficoltà arrivano troppo tardi. Disperdiamo energie che andrebbero messe a sistema”.

Non è mancata una stoccata diretta allo Stato centrale, “responsabile di giustificare in qualche modo il gioco d’azzardo”. “Lo Stato è un amico immorale – a parlare è ancora Acampora – che si permettere di continuare a finanziare il gioco d’azzardo. Nel nostro territorio è normale andare dall’usuraio, dobbiamo sempre di più incentivare la cultura all’educazione finanziaria. Gli incontri nelle scuole sono per noi una garanzia, diamo fiducia e strumenti ai giovani, non aspettiamo che facciano gli stessi errori dei padri”.

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