Questa mattina, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la polizia di stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di sei individui ritenuti gravemente indiziati di appartenere al clan Fabbrocino. Gli arrestati sono Mario Fabbrocino, Michele La Marca, Antonio Iovino, Luigi Gargiulo, Gerardo Nunziata e Giuseppe Viana.

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Inoltre, Gargiulo e Viana sono accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, avvenuta il 26 settembre 2019 in un cantiere edile a San Gennaro Vesuviano. Iovino e Nunziata, invece, sono accusati di detenzione di armi comuni da sparo e armi da guerra con l’aggravante del metodo mafioso, commesse nel maggio 2020.

L’ordinanza restrittiva è stata emessa in seguito alle indagini condotte dagli agenti della squadra mobile di Napoli, che hanno raccolto prove delle attività criminali degli indagati. Il provvedimento conferma l’esistenza e l’operatività del noto clan Fabbrocino nell’area del nolano, nonostante la morte di Mario Fabbrocino, avvenuta in carcere nell’aprile 2019. Si ritiene che il clan abbia continuato a esercitare il proprio controllo sul territorio grazie alla reggenza di Mario Fabbrocino, attualmente indagato.

Un caso di estorsione ai danni di un’impresa responsabile dei lavori stradali

Le indagini hanno inoltre permesso di ricostruire un caso di estorsione ai danni di un’impresa responsabile dei lavori stradali nella via Nola, a San Gennaro Vesuviano. Gargiulo e Viana avrebbero agevolato il clan per mettere in atto l’estorsione. Inoltre, sono state documentate le prove della disponibilità di armi da parte di Iovino e Nunziata, che le detenevano per conto del clan.

L’operazione di oggi rappresenta un importante colpo inflitto al clan Fabbrocino e dimostra l’impegno delle autorità nel contrastare la presenza della criminalità organizzata nel territorio. La lotta alla mafia e alle sue attività illegali è un obiettivo prioritario per garantire la sicurezza e la legalità. Le indagini e le azioni repressive delle forze dell’ordine continueranno a svolgersi per contrastare e debellare definitivamente la presenza mafiosa.

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