Nella suggestiva scenografia di Villa Cuomo, sito archeologico del Comune di Sant’Antonio Abate è stato firmato un protocollo d’intesa. Alla firma erano presenti il sindaco di Sant’Antonio Abate Ilaria Abagnale, il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, il soprintendente al Paesaggio per la Città Metropolitana di Napoli Mariano Nuzzo e il direttore del Dipartimento di Agraria della Federico II Danilo Ercolini.
Sant’Antonio Abate, così rinasce Villa Cuomo
Villa Cuomo (che prende il nome proprio dal suo scopritore) venne alla luce nel 1974, quando Carlo Cuomo, proprietario di un’abitazione nei pressi del sito si accorse, dopo un temporale, della presenza di una muratura e della presenza di alcuni reperti. Si tratta di una villa rustica appartenente all’area dell’ager stabianus, rimasta coinvolta anch’essa dall’eruzione del 79 d.C. e fa parte di quei numerosi insediamenti che sorgevano tra Stabiae e Nocera.
I lavori di scavo sono inizialmente stati finanziati personalmente da Carlo Cuomo. Finora sono stati portati alla luce diversi ambienti di servizio, tutti riccamente affrescati: i quadretti sono stati asportati per preservarne lo stato di conservazione.
Firmato il protocollo per la valorizzazione e lo scavo
Il sindaco Abagnale ha dichiarato: “Ci stiamo adoperando per allargare il perimetro degli scavi. Per la firma abbiamo scelto proprio il sito della Villa anziché apporla in Comune per dare ancora più forza a questo momento importante per la nostra cittadina”.
Su Villa Cuomo, il consigliere metropolitano con delega ai beni culturali Vincenzo Cirillo, ha dichiarato che essa può divenire per Sant’Antonio Abate una fonte per il turismo.
“È l’opportunità che ha in questo momento Sant’Antonio Abate di far restare qui il turista occasionale che non viene qui solo per stanziare e poi andare in costiera. Ma resta qui e ha delle bellissime passeggiate da fare, visitando un monumento archeologico come questo di Villa Cuomo”.
Gabriel Zuchtriegel: “I giovani devono essere protagonisti”
L’opportunità che si trova di fronte Sant’Antonio Abate è enorme, la speranza è che le istituzioni non la sprechino. Sicuramente ci sarà bisogno anche del supporto delle comunità, che devono sentire questi siti archeologici come cosa propria. Gabriel Zuchtriegel, durante il suo intervento ha toccato proprio il punto della partecipazione della comunità. Si è poi concentrato sui giovani: “Devono essere resi protagonisti e non dei recipienti passivi”.
Michele Mercurio