Agguato in piena notte contro un presunto boss della camorra nell’aria orientale di Napoli. Due sicari in sella a uno scooter in via Miranda a Ponticelli, fortino del clan De Micco, dove vivono anche alcuni amici e parenti dell’obiettivo del commando di fuoco, Ciro Naturale, ritenuto reggente del clan De Micco, in lotta per il controllo del territorio coi De Luca Bossa. Il 47enne pluripregiudicato è stato ridotto in fin di vita con tre all’addome, uno alla clavicola e uno allo zigomo.
Napoli, agguato a Ponticelli: gravissimo Ciro Naturale, boss del clan De Micco
Le armi dei clan tornano a sparare con un agguato violento: Naturale raggiunto da cinque colpi d’arma da fuoco, Attualmente, è ricoverato in condizioni gravissime presso l’ospedale Villa Betania.
Le indagini sulla dinamica dell’agguato sono ancora in corso per ricostruire l’accaduto, con gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Ponticelli sulle tracce degli autori del crimine.
Chi è il boss della camorra ridotto in fin di vita
Il cognato dei fratelli Scognamillo, noti come “Bombò“, Naturale è considerato una figura importante nella malavita locale, non tanto per le sue attività criminali, ma per le sue abilità nell’ottenere e far girare grandi somme di denaro. Questi guadagni hanno sostenuto il clan De Micco-De Martino per un certo periodo. Era coinvolto in affari illeciti, principalmente legati alla droga, ed era considerato “l’uomo d’affari” della camorra. Il suo ruolo era cruciale e veniva erroneamente ritenuto intoccabile.
Ciro Naturale “o Mellone” nel mirino del clan rivale e non solo
L’importanza di Naturale nel panorama criminale di Ponticelli è stata evidente dagli eventi recenti. Innanzitutto, il capo Marco De Micco ha scelto di designarlo come suo successore nella gestione degli affari del clan, dopo il suo arresto nell’aprile 2022. Una scelta dettata dalla necessità di garantire entrate consistenti al clan. Solo una persona esperta negli affari come ‘o Mellone poteva offrire tale sicurezza. Tuttavia, questa transizione causò malcontento tra i De Martino, che avrebbero preferito un’altra decisione, soprattutto alla luce del loro ruolo nelle faide avvenute in quegli anni per preservare l’egemonia del clan De Micco-De Martino. I De Martino si sono invece concentrati sull’aspetto militare dell’organizzazione, diventando il braccio armato, almeno finché gli equilibri interni non sono cambiati a causa di alcune scarcerazioni eccellenti avvenute negli ultimi mesi.
L’attentato con autobomba che distrusse un anno fa la Jeep di sua moglie, parcheggiata vicino alla loro casa in via Virginia Woolf, sottolineò il ruolo di spicco di Naturale all’interno dell’organizzazione. L’attentato era stato organizzato dai De Luca Bossa, guidati da Christian Marfella, fratellastro di Tonino ‘o sicco, appena scarcerato. Marfella aveva espresso più volte la volontà di colpire ‘o Mellone per colpire le finanze del clan avversario.
L’attentato, intercettato dalle autorità, insieme alle minacce rivolte alla figlia di Naturale da parte di Marfella e dei suoi complici, contribuiscono a evidenziare l’atmosfera di tensione in cui quello che è considerato un vero “broker” della camorra era costretto a vivere. Non solo le minacce provenienti dai rivali, ma anche il pericolo derivante dal pentimento di Antonio Pipolo, un ex affiliato dei Bodo-XX che pochi giorni prima dell’attentato aveva deciso di collaborare con la giustizia. Pipolo aveva fornito prove che collegavano la droga a Naturale.
Negli ultimi anni il boss a Ponticelli solo quando necessario
Questi eventi mostrano perché l’aria interna anche al clan di Naturale era caratterizzata da una forte tensione. Durante l’estate 2022, Naturale era solito trascorrere lunghi periodi lontano da Ponticelli, come evidenziato dalle conversazioni intercettate tra Christian Marfella e i suoi uomini, che esprimevano il loro rammarico per non essere riusciti a trovarlo prima che se ne andasse.
Nonostante l’arresto dei responsabili dell’attentato avvenuto lo scorso gennaio, sembra che la situazione non sia cambiata. Infatti, Naturale ha continuato a trascorrere poco tempo a Ponticelli, riducendo la sua presenza al minimo indispensabile, forse per evitare di attirare l’attenzione o per adottare un atteggiamento più cauto e prudente.
Agguato Ponticelli, Ciro Naturale uomo di spicco del malaffare nella periferia orientale di Napoli
Quindi quest’ultimo agguato di camorra andato in scena a Ponticelli chiarisce che l’obiettivo non fosse un soggetto di poco conto. Considerando il ruolo di spessore ricoperto negli affari da Naturale e il vincolo di parentela con una figura apicale della malavita locale, la decisione di eliminarlo deve essere scaturita da una motivazione per nulla futile.
Le indagini sull’agguato a Ciro Naturale sono condotte sotto la guida del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, e sono coordinate dalla sostituto procuratore Anna Frasca della Direzione Distrettuale Antimafia.