I due arrestati sono Luigi Di Napoli, 43 anni, figliastro del noto boss Vangone di Boscotrecase, già detenuto per altre accuse, e Angelo Palumbo, 34 anni, che al momento dell’arresto si trovava in vacanza in Puglia, precisamente a Gallipoli. Sono ritenuti responsabili dell’omicidio di Antonio Morione nel corso della tragica rapina avvenuta a Boscoreale il 23 dicembre 2021.
Le autorità competenti, in particolare i Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Torre Annunziata e del Nucleo investigativo del Gruppo oplontino, hanno raccolto numerosi indizi che avvalorano l’accusa di omicidio e rapina nei confronti dei due sospettati. Le indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, avevano già registrato un progresso significativo lo scorso anno con l’arresto di Di Napoli, condannato in primo grado per aver organizzato un agguato nei confronti del suo avvocato, sfuggito ai sicari per pochi minuti e tuttora sotto scorta.
Oggi, i carabinieri hanno dato esecuzione a un mandato di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice del tribunale di Torre Annunziata nei confronti dei due individui. Le accuse nei loro confronti riguardano vari reati, tra cui rapina aggravata, omicidio volontario e il possesso illegale di arma da fuoco.
Nel corso degli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno effettuato perquisizioni personali e locali a Boscotrecase nei confronti di altri individui sospettati di essere coinvolti nell’episodio. Nonostante la mancanza di copertura completa della zona da parte dei sistemi pubblici di videosorveglianza, le indagini sono proseguite senza interruzioni fino allo scorso mese di settembre, consentendo di raccogliere elementi probatori significativi contro i due indagati.
Gli inquirenti sono convinti che Di Napoli e Palumbo abbiano prima commesso la rapina presso la pescheria di Giovanni Morione e successivamente abbiano tentato di fare lo stesso presso la pescheria gestita dal fratello di quest’ultimo, Antonio, senza riuscire a portare a termine il colpo a causa della sua reazione tempestiva. Antonio, come reazione all’aggressione subita da sua figlia, presente in quel momento nell’attività, tenuta sotto mira dall’arma di uno dei rapinatori, squarciò una delle ruote dell’auto su cui erano arrivati i rapinatori, utilizzando un coltello in uso nella pescheria.
“In un attimo – è la ricostruzione di quei drammatici minuti – il rapinatore decise di darsi alla fuga e sparò almeno quattro colpi di pistola, uno dei quali centrò il commerciante e lo uccise. L’auto, una Fiat 500, fu ritrovata in fiamme al Piano Napoli (sempre a Boscoreale e a pochi chilometri dal luogo dell’omicidio) nel corso della notte”. Il colpo raggiunse Morione alla nuca senza lasciargli scampo.
Le indagini, portate avanti anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di raccogliere indizi di colpevolezza a carico di quattro soggetti, ritenuti però “dal giudice – come spiegano dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata – gravi solo per i due indagati destinatari del provvedimento cautelare eseguito in data odierna e non anche per gli altri due indagati, uno dei quali individuato come probabile esecutore materiale dell’omicidio, per i quali questa Procura aveva del pari richiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere”.
Le indagini proseguiranno al fine di fare piena luce su questa tragica vicenda e di identificare tutti i responsabili coinvolti nella rapina mortale di Boscoreale.