Il business della marijuana gestito dai D’Alessandro e dai Di Martino si estende in tutta la Campania, con nuove coltivazioni anche in Irpinia. È quanto emerge dalle ultime inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, alla luce degli ultimi arresti avvenuti a Lioni (6 contadini – narcos insospettabili) e al sequestro di una vasta piantagione di marijuana tra i boschi dell’avellinese. Per gli inquirenti ci sarebbe la mano della camorra stabiese, che avrebbe stretto dei patti con i narcos del territorio irpino.

Il business della marijuana della camorra si estende in tutta la Campania

Proprio tra Lioni e Montemiletto sono state sequestrate diverse piantagioni di marijuana la scorsa settimana, riprodotte con la stessa tecnica utilizzata sul Faito (versante di Castellammare di Stabia) e tra i boschi dei Monti Lattari. Non a caso, già nelle scorse settimane in Irpinia sono stati arrestati due fedelissimi delle cosche stabiesi. Una tecnica che è diventato il marchio di fabbrica degli esperti coltivatori. Ma non è tutto. Proprio per incentivare lo spaccio di stupefacenti, i D’Alessandro avrebbero allacciato nuovi contatti anche con mafia e ‘ndrangheta calabrese.

Tutto ciò emerge dalle indagini dell’Antimafia, che indaga sugli affari e sui nuovi rapporti allacciati dalla cosca egemone di Castellammare, oltre i confini regionali della Campania. E così, è emerso che la cosca del rione Scanzano avrebbe allacciato dei patti con i clan siciliani e calabresi, incentrati soprattutto sull’importazione ed esportazione di droga. In particolare, dalle ultime indagini emerse che a vendere droga a Cosa Nostra (in particolare al clan catanese Santapaola – Ercolano) erano Catello Gargiulo, detto “Nello Marijuana”, Maurizio Vitale, Fortunato Vitale e Antonio Pane.

I clan dai monti Lattari all’Irpinia

Quest’ultimo fu sorpreso in flagranza di reato all’uscita dal casello autostradale di Acireale quando, dopo l’intimazione dell’alt imposto dalla pattuglia dei Finanzieri operanti, provava a fuggire, lanciandoli dal finestrino del veicolo di cui era alla guida, due involucri scuri contenenti due chili di cocaina. Ma gli inquirenti indagano anche sui rapporti tra la camorra stabiese e la ‘ndrangheta.

Un patto siglato dai D’Alessandro con la ‘ndrina dei Pesce – Bellocco, con base a Rosarno (provincia di Reggio Calabria), che detta legge nella piana di Gioia Tauro. Un patto d’affari che, secondo l’Antimafia, fa leva sulla compravendita di cocaina e marijuana, prodotta sulle montagne del Faito e molto richiesta sul mercato illecito calabrese.

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