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Castellammare, ancora aziende e negozi colpiti da provvedimenti interdittivi: il pugno duro della Prefettura

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Ancora aziende e negozi dell’area stabiese colpiti da provvedimenti interdittivi. Tre interdittive antimafia sono state adottate dal prefetto di Napoli, Claudio Palomba, nei confronti di altrettante attività commerciali di Castellammare di Stabia. Si tratta di un’attività di bar, internet point e di raccolta scommesse di piazza Giovanni XXIII, a pochi passi da Palazzo Farnese. Ancora, nel mirino della Prefettura è finito un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande di Molo Quartuccio, nell’area portuale stabiese. Infine un’attività di commercializzazione del pesce in via Schito.

Castellammare, ancora aziende e negozi colpiti da provvedimenti interdittivi: il pugno duro della Prefettura

Tutti i titolari delle attività commerciali (o comunque i loro rappresentanti legali) avrebbero, secondo quanto emerso dalle indagini, legami diretti o indiretti con esponenti di spicco della camorra cittadina. In particolare, con affiliati al clan D’Alessandro del rione Scanzano, egemone nella città stabiese. Pugno duro dunque della Prefettura di Napoli, che ha ordinato ai commissari insediati a Palazzo Farnese di ritirare la licenza agli esercizi commerciali colpiti da interdittiva antimafia.

E la commissione prefettizia, guidata da Raffaele Cannizzaro, non ha perso tempo a firmare le ordinanze di chiusura dei negozi ritenuti in odore di camorra. Prosegue dunque l’attività d’indagine contro la camorra a Castellammare. Dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, in città è in atto un’opera di legalità che si concluderà la prossima primavera.

La commissione prefettizia ha infatti chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Interno una proroga di 6 mesi

La commissione prefettizia ha infatti chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Interno una proroga di 6 mesi, per completare la sua attività e ripristinare la legalità all’interno delle istituzioni cittadine. Vendita all’ingrosso di prodotti ittici, pescherie, bar e agenzie di scommesse: sono questi i settori preferiti dal clan D’Alessandro per riciclare i soldi sporchi guadagnati con estorsioni e traffici di droga e armi.

La cosca di Scanzano può contare su prestanome a cui vengono intestate le società e su soldati pronti a punire e minacciare chi prova a mettergli i bastoni tra le ruote. Sono i contorni della nuova inchiesta condotta dalle forze dell’ordine sul territorio cittadino, coordinata dalla Procura Antimafia di Napoli. Un’attività d’indagine che già in passato ha portato al sequestro e alla chiusura di diverse attività commerciali. Fino alle tre interdittive antimafia firmate ieri pomeriggio dal Prefetto di Napoli.

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