La morte di una musa: Jane Birkin e la continua ricerca d’intensità

Il corpo di Jane Mallory Birkin, la nota attrice e cantante che fu musa del compositore Serge Gainsbourg nonché della casa di moda Hermès, è stato trovato senza vita nell’appartamento parigino della donna nella giornata di ieri. Diretta da registi del calibro di Michelangelo Antonioni, Agnès Varda, James Ivory e Jean-Luc Godard, la Birkin è presto diventata un’icona del cinema europeo, tra le più apprezzate del panorama d’oltralpe.

La morte di una musa: Jane Birkin e la continua ricerca d’intensità

Un ritratto fedele alle contraddizioni che coesistevano nella personalità dell’artista è stato fornito da Jane B. par Agnès V., un biopic girato da Agnès Varda per omaggiare il quarantesimo compleanno di Jane e pubblicato nel 1988: in questa pellicola, in cui il confine tra realtà e finzione appare piuttosto labile, Jane è ritratta attraverso uno sguardo accogliente – non, come di consueto, plasmante – come una celebrità che, per sua stessa ammissione, vorrebbe diventare anonima.

Lontana da una “vita normale”, definita “noiosa”

Una Jane che sembra ben lontana da colei che nel 1969, anno di pubblicazione del celebre singolo “Je t’aime…moi non plus”, in un’intervista sulla relazione con Gainsbourg aveva polemicamente rivendicato la sua intenzione di volersi tenere lontana da una “vita normale”, definita “noiosa”. In effetti, il vissuto dell’attrice è sempre stato contraddistinto da una forte intensità, nel lavoro come nelle relazioni interpersonali. Tuttavia, l’intensità tanto ricercata dalla giovane Jane non sempre le è stata compagna nel senso positivo del termine.

L’attrice, che negli ultimi mesi ha annullato i suoi impegni lavorativi per motivi di salute, nel 2013 aveva abbandonato per un lungo periodo il mondo dello spettacolo a seguito della tragica morte della figlia Kate Barry. La musa londinese, la cui bellezza eterea resterà immortale nella sua immutata naturalezza, lascia le altre due figlie: Lou Doillon e Charlotte Gainsbourg la quale, nel 2021, aveva realizzato per lei la pellicola Jane by Charlotte, il suo primo docu-film da regista.

Anna Rega

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