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Caldo eccezionale, pericolo per i lavoratori degli Scavi: i sindacati chiedono incontro urgente ai direttori di Pompei e Ercolano

Sciopero agli Scavi, più disagi e code a Pompei che ad Ercolano: "Il nuovo bando sta per sfociare in un dramma"

Caldo eccezionale, pericolo per i lavoratori degli Scavi: sindacati chiedono incontro urgente ai direttori dei Parchi di Pompei e di Ercolano. “In caso di assenza di risposta entro due giorni e di mancata attuazione delle misure di prevenzione richieste, si procederà alla denuncia della situazione di rischio ai competenti organi di vigilanza territoriali“. La nemmeno tanto velata “minaccia” arriva dai Cobas del Lavoro Privato. Le Rsa sindacali hanno infatti spedito una nota dettagliata ai Direttori dei Parchi di Pompei e di Ercolano, Gabriel Zuchtriegel, Francesco Sirano, oltre che ai responsabili della Spa Opera Laboratori Fiorentini.

Caldo eccezionale, pericolo per i lavoratori degli Scavi

Il tutto per mettere in guardia le Istituzioni sul presunto e drammatico rischio sulla salute dei lavoratori rappresentato “dal troppo caldo. Non pochi lavoratori – prosegue la nota di denuncia – sono stati colpiti da malori e in alcuni casi si sono verificati decessi causati dalle elevate temperature”. Secondo i Cobas, il rischio per la salute da cosiddetto stress termico andrebbe così fronteggiato: – distribuzione di acqua e sali minerali ai lavoratori degli Scavi (almeno ogni 15/20 minuti) – indumenti da lavoro più leggeri – introduzone di pause aggiuntive (almeno due da 10-15 minuti) da effettuare in locali “freschi” – soprattutto riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro di almeno il 15-20%.

I sindacati chiedono incontro urgente ai direttori di Pompei e Ercolano

Nello specifico, il diritto del lavoro italiano non definisce una temperatura massima consentita sul luogo di lavoro, ma, analogamente alla Francia, richiede che i datori di lavoro si assicurino che i dipendenti siano in grado di svolgere le proprie mansioni in sicurezza. Secondo una decisione del 2015 della Corte d’appello del Paese, i lavoratori hanno il diritto di interrompere la loro attività – senza perdere lo stipendio o essere licenziati – se il datore di lavoro non garantisce condizioni sicure o li fa lavorare a temperature “proibitive”.

Una decisione, l’ultima descritta, che sposa in pieno le linee di indirizzo dettate di recente da Inps. Secondo l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, infatti, la cassa integrazione ordinaria può addirittura scattare anche in presenza di temperature eccezionalmente elevate — oltre a 35 gradi centigradi — che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che “comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”.

Salvatore Piro

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