Castellammare choc, al corso De Gasperi una scritta inneggiante a un boss della camorra ucciso

Una scritta inneggiante a Vincenzo De Maria (alias Enzo ‘o bob) ras del rione Cmi ucciso nel 2005, durante la guerra di camorra a Castellammare di Stabia tra i D’Alessandro e gli scissionisti degli Omobono – Scarpa. È quanto comparso sulle mura al corso Alcide De Gasperi, a poche decine di metri dal commissariato di polizia. Per molti potrebbe trattarsi di un segnale di sfida allo Stato da parte della camorra.

Castellammare choc, al corso De Gasperi una scritta inneggiante a un boss della camorra ucciso

E in queste ore sono diverse le richieste giunte al Comune per la rimozione della scritta. È la sera dell’8 maggio del 2005 quando davanti a un bar arriva un motorino con alla guida Luigi Vitale, sul sedile posteriore c’è Antonio Occidente, secondo le indagini dei carabinieri di Torre Annunziata sono elementi riconducibili ai D’Alessandro. Occidente estrae la pistola e fa fuoco a raffica, centra Vincenzo De Maria detto ‘O Bob e Massimo Massa, chiamato qui “o’ mammugnaro”.

Per De Maria non c’è scampo, muore sul colpo, Massa si salva grazie a una fuga disperata nonostante le ferite al petto. Ora dopo 18 anni i carabinieri hanno arrestato i due presunti affiliati al clan D’Alessandro. L’accusa per Occidente e Vitale è quella di aver pianificato e portato a termine quell’agguato per ribadire il dominio della cosca in un territorio conteso agli Scarpa Omobono. In particolare De Maria era considerato uomo di fiducia di Massimo Scarpa uno dei vertici del gruppo scissionista.

“Abbiamo segnalato e richiesto la rimozione di tale scritta”

“Abbiamo segnalato e richiesto la rimozione di tale scritta. – ha detto il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli – Lo Stato deve rispondere colpo su colpo a tali provocazioni, deve cancellare ogni traccia della cultura criminale e camorristica. Dai muri così come dalle menti. Soprattutto deve smetterla di essere completamente assente in certi quartieri, in certi territori lasciandoli in balia della criminalità che toglie alla cittadinanza, in particolare ai giovani, ogni speranza di poter avere un futuro roseo seguendo la retta via. Per cancellare la cultura criminale serve impiantare quella della legalità”.

L’atto di indirizzo contro le scritte firmato dall’ex sindaco

C’è da dire che già nel 2021 l’allora sindaco Gaetano Cimmino firmò un attimo di indirizzo incentrato sulla cancellazione delle scritte contro i “pentiti” nel centro antico ed altre riconducibili ad “anarchici” dai muri della città. “La camorra, com’è noto, possiede una propria simbologia – scrisse il primo cittadino – che esplica attraverso varie forme anch’esse radicate nella propria sub-cultura e che tali simboli costituiscono una rivendicazione talvolta di porzioni di territorio e di celebrazione del proprio potere.

La Prefettura di Napoli, inoltre, ha avviato proprio recentemente in tutta la provincia di Napoli un censimento di strutture e di altarini abusivi edificati in quartieri considerati a rischio. Nel centro antico di Castellammare è stata effettuata una di queste operazioni di concerto con questa amministrazione comunale e con il supporto dell’Ufficio Tecnico dell’Ente.

L’obiettivo è quello di eliminare dalle strade, dai muri e da qualsiasi struttura della città scritte e simboli riconducibili alla camorra che per troppo tempo ha affossato il rilancio, l’economia, la cultura, l’immagine, il futuro dei giovani della città di Castellammare di Stabia. Tali scritte e tali simboli sono da considerarsi inaccettabili per un territorio votato alla legalità, alla cultura ed alla promozione della stessa area che brama il proprio riscatto sociale”.

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