Due uomini, un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo, sono stati posti agli arresti domiciliari per aver tentato di vendere al noto fotografo Fabrizio Corona documenti segreti sulle indagini legate alla cattura di Matteo Messina Denaro. Le accuse sono di accesso abusivo al sistema informatico, violazione del segreto d’ufficio e ricettazione. La vicenda coinvolge anche il noto fotografo Fabrizio Corona, indagato per ricettazione in relazione a materiale riservato sull’arresto del boss latitante. Le indagini, coordinate dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, hanno portato a importanti sviluppi che hanno sventato il tentativo di piazzare i documenti riservati.
Cercano di vendere a Fabrizio Corona file riservati sulla cattura di Matteo Messina Denaro: arrestati un carabiniere ed un politico
Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, Fabrizio Corona è entrato in possesso di audio di chat tra il boss e alcune persone incontrate in clinica durante la sua chemioterapia, quando usava l’identità del geometra Andrea Bonafede per nascondersi. Questo fatto ha attirato l’attenzione delle autorità che hanno iniziato a tenere sotto controllo il telefono del fotografo. Durante le intercettazioni, Corona fece riferimento a uno “scoop pazzesco” in possesso di un consigliere comunale, successivamente identificato come Giorgio Randazzo. Quest’ultimo avrebbe ottenuto il materiale riservato grazie a non meglio specificati carabinieri che avevano perquisito i nascondigli di Matteo Messina Denaro e volevano venderlo.
Il tentativo di vendita e la scoperta del furto
Il 25 maggio, Fabrizio Corona si è incontrato con Randazzo, e in quell’occasione, con uno stratagemma, è riuscito a copiare i file senza che il politico se ne accorgesse. Successivamente, visionando il materiale, il fotografo si è reso conto della sua delicatezza e ha deciso di rivolgersi alla polizia per segnalare l’accaduto. Le autorità hanno quindi iniziato le indagini scoprendo che i documenti copiati dal giornalista erano stati rubati e che l’autore del furto era il carabiniere Luigi Pirollo.
L’arresto di Luigi Pirollo e le connessioni con Giorgio Randazzo
Grazie alle indagini informatiche, gli investigatori hanno individuato tracce dell’accesso illegittimo al sistema informatico e hanno collegato Pirollo all’atto criminoso. Si è scoperto che il carabiniere era uno dei due ufficiali che avevano avuto accesso al server della Stazione di Campobello, e l’altro ufficiale risultava estraneo ai fatti. Inoltre, è emerso che Pirollo aveva rapporti di frequentazione con il consigliere comunale, Giorgio Randazzo, il quale avrebbe poi tentato di vendere i documenti segreti a Fabrizio Corona per ottenere un guadagno finanziario.