Accolto da un folto numero di giornalisti della carta stampata, on line, blogger radio e Tv, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha inaugurato con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il direttore generale Musei del Mic Massimo Osanna e il direttore del Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani, che erano ad attenderlo al suo arrivo, il Museo Caruso con sede nei circa 500 metri della Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli.
Sangiuliano, in compagnia delle autorità e di Laura Valente, curatrice del museo, inaugurato in occasione della ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di uno dei più grandi tenori di tutti i tempi, ha attentamente percorso, l’intera “stanza delle meraviglie” indossando cuffie, come Manfredi, per seguirne anche la descrizione audiofonica ed attenzionandosi ad ogni singolo particolare che questo gran primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso vanta.
La Sala Dorica, che d’ora in poi è aperta a tutti i visitatori e l’ingresso è compreso nel biglietto del Palazzo Reale, vanta numerosi cimeli carusiani: costumi, locandine, foto e grammofoni, animazioni in 3D, piattaforme multimediali, che consentono al visitatore un’esperienza immersiva, con 6 postazioni informative per l’approfondimento, circa 3.500 documenti digitalizzati, 110 rari ed originali ed ancora oltre 40 postazioni audio ed anche cinematografiche intese al coinvolgimento dei più giovani.
A termine di un vero e proprio viaggio all’interno del mondo di Caruso, il ministro Sangiuliano si è espresso affermando:” “Noi stiamo portando avanti all’Unesco il riconoscimento come arte immateriale del bel canto italiano perché il mondo della lirica è una delle eccellenze della nostra nazione. Caruso è stato uno dei migliori prodotti italiani nel mondo, è un’immagine positiva di Napoli nel mondo, Il bel canto è una delle nostre eccellenze ed era giusto che Napoli gli rendesse omaggio con questo museo”.
Il momento inaugurale è passato poi nel suggestivo Teatro di Corte del Palazzo Reale, dove introdotti dalla giornalista Diana Kühne, portavoce del direttore del Palazzo Reale di Napoli, Sangiuliano, Osanna, Manfredi e Epifani, hanno svolto un loro intervento rivolto al pubblico di giornalisti ed autorità che lo affollavano. Nel suo intervento Sangiuliano ha affermato: “Caruso è figlio di Napoli, è nato a Napoli il 25 febbraio 1873, in via San Giovanniello agli Ottocalli N° 7, a San Carlo all’Arena, uno dei quartieri storici della città e quindi questo museo è certamente un atto dovuto.
Anche perché sono convinto di questa lezione, la grandezza di Napoli non è soltanto nel suo paesaggio, il mare, il golfo, nei suoi monumenti, i suoi musei straordinari. La grandezza di Napoli è anche un’esperienza, si viene a Napoli per un’esperienza fatta di tanti fattori culturali, tra i quali c’è certamente la musica.
Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. Egli fu infatti il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. Il Museo Caruso colma una grave lacuna e, ricucendo il rapporto fra il cantante e la sua città, rappresenta un’affermazione orgogliosa della cultura nazionale, capace di scrivere pagine fondamentali nello sviluppo della moderna industria mondiale dello spettacolo”.
Il Ministro della Cultura, ha testimoniato anche quello che con l’attuale Governo si è fatto per Napoli in particolare con la sua opera annunciando anche: “Stiamo per acquistare l’edificio del Monte di Pietà e completando gli atti giuridico-amministrativi e quel luogo potrebbe ospitare un museo dedicato al grande Totò. Inoltre al Vomero nascerà un altro dei grandi Poli museali autonomi italiani, è parte della riforma che insieme al direttore Osanna, abbiamo disegnato.
Si chiamerà Museo nazionale del Vomero e accorperà San Martino, Castel Sant’Elmo e la Villa Floridiana”. Proseguendo Sangiuliano ha voluto smentire quanto affermato da un grande quotidiano che ha scritto che lui fa troppo per Napoli, affermando: “Non è vero! sono stato ben tre volte a Venezia, due a Firenze, in Piemonte più volte, però che io abbia il mio cuore a Napoli non lo nego, e se è un delitto commetterò il delitto di amare Napoli.” Il sindaco Manfredi, ha soggiunto: “Il Museo Caruso ha una grande capacità di attrazione, oltre a celebrare una delle più grandi espressioni della musica nel mondo. Rappresenta, quindi, un ulteriore tassello dell’offerta internazionale della città che si inserisce nel rilancio di tutto il quadrante che va da piazza del Plebiscito all’area del molo San Vincenzo”.
Di seguito il direttore Epifani ha detto: “Per Palazzo Reale, questo museo rappresenta il primo obiettivo raggiunto nell’ambito degli interventi dei Grandi Progetti Beni Culturali. Non poteva esserci posto migliore per ospitare il museo dedicato ad Enrico Caruso perché Palazzo Reale è un simbolo di Napoli ed è una porta della città quel mare che Caruso attraversò per trovare la propria definitiva consacrazione Oltreoceano”. Infine il direttore generale Musei, Osanna, ha spiegato: “È importantissimo ripensare la narrazione dei nostri musei. Il nostro obiettivo è rendere i musei aperti a tutti. Lavoriamo sull’accessibilità e la narrazione è il perno dell’accessibilità. Questo museo dedicato a Caruso è un bell’esempio da seguire anche per i molti musei che, grazie al Pnrr, saranno completamente rinnovati”.
A termine, un buffet offerto ai giornalisti ed autorità, ha messo in evidenza la particolare etichetta celebrativa “Tenor Evite” Fiano di Avellino e Taurasi che la prestigiosa ed eccellente “Tenuta Cavalier Pepe” con Milena Pepe, insieme alla famiglia Caruso ed in occasione dell’evento di inaugurazione del Museo Caruso, ha dedicato al grande Enrico Caruso che, con la sua voce e la sua arte ha contribuito a far conoscere la sua terra in tutto il mondo, proprio come oggi il Fiano di Avellino, il Taurasi a lui dedicati dalla Tenuta Cavalier Pepe contribuiscono a far conoscere l’Irpinia, un territorio dalle grandi risorse, in questo caso, vinicole come il Taurasi “Opera Mia” eccellenza mondiale.
Fra i tanti ad accogliere il ministro Sangiuliano, c’era anche l’ex parlamentare On. Amedeo Laboccetta, presidente di “Polo Sud”, altro amante di Napoli e del voler raddrizzare le tante anomalie che questa città ha subito e continua a subire ed infatti sta attuando una serie di iniziative volte al confronto con tutte le forze politiche per evidenziare e possibilmente cercare di correggere le tante storture che esistono dal campo giuridico-legale a quello della Magistratura e tante altre cose negative che potrebbero, con la buona volontà di tutti e con un confronto leale essere affrontate e portate sulla giusta via.
In merito all’inaugurazione del “Museo Caruso”, Laboccetta ha detto:” Caruso non uno dei più grandi, ma il più grande cantante di tutti i tempi, come lo definiva il napoletanissimo Paolo Isotta. Sangiuliano, non trascura mai la capitale del Sud perché sa bene che la ripartenza della nuova Italia passa attraverso il Mezzogiorno, le sue bellezze, i suoi patrimoni artistici, storici, culturali, archeologici e i suoi grandi artisti.”
La giornata è stata anche il piacevole rincontro di due personaggi, Sangiuliano e Manfredi premiati in Senato della Repubblica, con il Premio Internazionale Guido Dorso che il 5 ottobre di quest’anno raggiunge la sua 44° edizione, e viene annualmente assegnato a personaggi di spicco dall’Associazione Internazionale Guido Dorso, che il corrente anno compie mezzo secolo di vita ed è presieduta da Nicola Squitieri.
Giuseppe De Girolamo