Adottare ogni iniziativa di competenza “volta a evitare qualsiasi ulteriore prestito di opere del patrimonio nazionale a musei americani, fino a quando la preziosa statua del Doriforo di Stabia non faccia ritorno in patria“. Lo chiede il deputato Gaetano Amato (M5s) che sulla vicenda ha presentato una seconda interrogazione al MiC dopo quella del 7 novembre 2022.
Castellammare, il deputato Gaetano Amato (M5s): “Il Doriforo di Stabia faccia ritorno in patria dagli Usa”
“Nel 1980 – ricorda Amato – l’Antikenmuseum di Monaco di Baviera mostrava per la prima volta la copia romana della famosa statua del Doriforo scolpita nel 440 a.C. da Policleto; la statua, in marmo pentelico (lo stesso con il quale venne realizzato il Partenone di Atene), era stimata quale migliore copia dell’originale esistente al mondo; il Doriforo non era ancora acquistato dal museo in questione che, all’uopo, aveva aperto una sottoscrizione per comprarla al prezzo di sei milioni di marchi (3 miliardi del tempo).
Il ritrovamento era avvenuto a marzo del 1976, a Castellammare di Stabia, da operai che stavano scavando le fondamenta di un edificio in uno dei due grossi cantieri presenti nella zona: il primo a Varano, in corrispondenza della Villa Romana denominata San Marco, dove insiste anche la villa del Buon Pastore, ancora interrata; il secondo a Parco Imperiale, un quartiere di Gragnano, città che confina con la Città delle Acque. In entrambi i cantieri furono rinvenuti e saccheggiati numerosissimi reperti archeologici.
Venne venduta, illecitamente, a un antiquario romano
La statua non fu acquistata a causa di numerosi articoli di stampa, tra i quali uno del Messaggero, che ne collocava il ritrovamento appunto a Stabia, dove, invece di essere consegnata alla Soprintendenza archeologica, venne venduta, illecitamente, a un antiquario romano, e da questi spedita in Svizzera, nazione da sempre al centro del traffico internazionale di opere d’arte trafugate.
Dopo la restituzione al mercante da parte dell’Antikenmuseum, la statua scomparve nel nulla, per poi riapparire nel 1986 in Usa, a Minneapolis, nel Minnesota Museum of Art, dove si trova tuttora, con una didascalia che ne indicava il rinvenimento negli anni Trenta, nei fondali marini oltre l’Italia, in acque internazionali”. Amato ricorda che a seguito del suo atto di sindacato ispettivo presentato il 7 novembre 2022, “il ministro avviò una serie di azioni per il recupero della statua, tra cui una missione presso il museo di Minneapolis a cui presero parte il procuratore capo della procura della Repubblica di Torre Annunziata