Calcio, un nuovo Napoli: analisi tattica delle squadre di Rudi Garcia

Mentre tra le strade di Napoli continuano le celebrazioni del terzo scudetto della storia della squadra partenopea, la dirigenza e lo staff tecnico azzurro pensano alla programmazione della nuova stagione. Alla guida tecnica non ci sarà più “l’eroe di Napoli” Luciano Spalletti, ma al suo posto Aurelio De Laurentiis ha scelto l’ex allenatore della Roma Rudi Garcia. Nonostante il cambio di condottiero però, se si va ad analizzare cosa dice un comparatore di quote sul calcio il Napoli resta tra le favorite per la vittoria dello Scudetto, alla pari delle altre big del campionato come Milan, Inter, Lazio e Juve. La lotta sarà serrata e a Napoli i tifosi sanno che assisteranno ad uno spettacolo tattico ben diverso rispetto a quello che offriva Spalletti.

L’impronta tattica di Garcia

Il Napoli di Spalletti e quello che sarà di Garcia sono molto diversi. Se il tecnico appena scudettato proponeva un calcio basato sul possesso a centrocampo e sugli scambi rapidi in attacco, sfruttando la velocità degli scambi e facendo dialogare intensamente i giocatori d’attacco, Garcia ha un impatto tattico ben differente. All’allenatore francese dal cognome spagnolo piace il gioco in velocità, le ripartenze fulminee, insomma la verticalità delle giocate offensive. Questo si traduce in meno possesso, meno tocchi del pallone e un ritmo di gioco più veloce per arrivare subito nell’area di rigore avversaria. Scelte che potrebbero favorire alcuni giocatori e sfavorirne altri per caratteristiche individuali. I terzini innanzitutto saranno chiamati a offrire più spunti in attacco, cercando anche gli inserimenti in area, mentre ai centrocampisti che tanto bene hanno fatto quest’anno anche in proposizione offensiva, come Anguissa e Lobotka, sarà chiesto di lavorare più sull’impostazione del gioco, presumibilmente con uno dei due che addirittura si abbasserà tra i due centrali di difesa per ricevere il pallone e offrire maggiore copertura, come se fosse un centrale aggiunto. In attacco la rivoluzione maggiore con Kvaratskhelia a cui potrebbe essere ancora concessa tanta libertà per esprimere tutto il suo estro e continuare nel solco di quel boom del 2022 che ha impressionato tutto il mondo.

Unica certezza la difesa a quattro

Volendo tradurre questo in numeri si può dire che il Napoli partiva dal 4-3-3 classico utilizzato da Spalletti, con mezze ali molto mobili, esterni di attacco che si accentravano per la conclusione o offire spazi alla punta di riferimento e servirla al momento giusto. Soluzioni semplici ma applicate con diligenza che poi alla fine hanno pagato, con uno splendido e spettacolare Tricolore. E con Rudi Garcia sulla panchina del Napoli le cose di certo cambiano, non radicalmente ma cambiano. Dal 4-3-3 si dovrebbe passare al 4-2-3-1, in qualche modo una specie di evoluzione del primo assetto tattico, ma con delle varianti che non sono di poco conto. Certamente il lavoro di centrali di difesa e terzini non cambia molto se non in qualche richiamo offensivo maggiore in Garcia che in Spalletti. Ma a centrocampo, come si diceva, cambiano le posizioni di Lobotka e Anguissa, chiamati a funzioni differenti. Se per Kvaratskhelia, invece, potrebbe non cambiare nulla diverso potrebbe essere per le seconde punte, cui ne gioverebbe Giacomo Raspadori, che potrebbe avere la sua possibilità di diventare definitivamente titolare alle spalle di Victor Osimhen.

 

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