Migranti, domani Life Support Emergency sbarca a Napoli 76 naufraghi

Provengono da Egitto e Siria, ma anche Etiopia ed Eritrea. Tra di loro 7 donne e 24 minori, di cui 16 non accompagnati e una bambina di 7 mesi

Domani, lunedì 14 agosto, è previsto lo sbarco nel porto di Napoli di 76 naufraghi soccorsi dalla nave “Life Support” di “Emergency“. I migranti sono stati tratti in salvo in acque internazionali nella zona SAR Maltese. Il comandante della nave, Domenico Pugliese, ha dichiarato che le autorità competenti hanno subito assegnato il porto di Napoli per l’operazione di sbarco.

Domani Life Support Emergency sbarca a Napoli 76 naufraghi

“La banchina che ci è stata assegnata nel porto di Napoli, l’unica attrezzata per lo sbarco dei naufraghi,- ha aggiunto il comandante della Life Support – dovrà essere liberata una volta concluse le operazioni per essere disponibile alla capitaneria di porto”.  Una volta terminato lo sbarco, la nave si sposterà verso il porto di Augusta, dove effettuerà rifornimenti e si preparerà per la prossima missione, la numero 11.

I naufraghi a bordo provengono principalmente da paesi in difficoltà come Egitto, Siria, Etiopia ed Eritrea, nazioni afflitte da conflitti, instabilità politica, crisi economica e scarsità di risorse alimentari. Tra di loro 7 donne e 24 minori, dei quali 16 sono non accompagnati. Nel gruppo vi è anche una bimba di soli 7 mesi.

Le testimonianze dei migranti salvati nel Mediterraneo

“I naufraghi – racconta Mohamed Hamdi, mediatore culturale a bordo della Life Support – partiti dalle coste libiche il 10 sera ci hanno raccontato di gravi violazioni dei diritti umani che avvengono quotidianamente nei centri di detenzione libici . Queste sono storie che, seppur nella loro individualità, contengono degli elementi comuni alle testimonianze raccolte durante altri soccorsi di naufraghi partiti dalla Libia. Da quello che ci viene raccontato, violenze di ogni tipo, estorsioni, rapimenti ed esecuzioni sommarie sono all’ordine del giorno in Libia e restano impunite”.

“Sono partito dall’Egitto – racconta un ragazzo egiziano di 26 anni – perché la vita lì è diventata insostenibile, non si trova lavoro, è tutto troppo costoso, diventa complicato anche permettersi da mangiare. A volte non riuscivo nemmeno a comprare del pane. È vivere questo? Sono il primogenito e i miei fratelli e sorelle più piccoli non hanno modo di procurarsi da vivere in Egitto, quindi ho deciso di partire per cercare lavoro e poter mandare dei soldi a casa. Era la mia responsabilità verso la mia famiglia.

Sono stato in Libia per soli tre mesi prima di riuscire a partire, ma sono bastati a farmi vedere cose orribili. Sono stato imprigionato insieme ad altre persone egiziane, ci tenevano in una casa piccolissima tutti insieme e ci trattavano come animali. Ci picchiavano quotidianamente, senza motivo, a volte per il gusto di farlo oppure per farsi mandare più soldi dai nostri familiari. È stato terribile. Quando ho visto la vostra nave, pensavo che foste libici e stavo per buttarmi in mare. Avrei preferito morire annegato che tornare in carcere in Libia. Ancora non riesco a credere di essere stato portato in salvo“.

La Life Support è la nave di ricerca e soccorso di Emergency ed è operativa nel Mediterraneo Centrale da dicembre 2022.

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