“Non si può più aspettare, bisogna fare qualcosa”, parola del commissario Raffaele Cannizzaro. Ieri in tarda mattinata si è tenuto, nella sala consiliare di Palazzo Farnese, un incontro tra la Commissione Straordinaria del Comune di Castellammare e la stampa, per fare chiarezza sulla potabilità dell’Acqua della Madonna e dell’Acqua Acidula. Raffaele Cannizzaro, Mauro Passerotti e Rosa Valentino hanno chiarito i motivi che hanno portato alla chiusura delle sorgenti. In particolare, due sono i valori che impediscono la potabilizzazione delle fontane: quello del radon e quello del nichel.
Castellammare, i valori di radon e nichel tengono le fonti chiuse
Per quanto concerne il primo, un gas radioattivo le cui concentrazioni non erano mai state prese in analisi prima del 2016, è stato fissato un valore limite nel 2019. Il valore del nichel è, invece, sempre stato monitorato e i suoi valori sono sempre risultati borderline, poco al di sotto del limite. Il monitoraggio attuale dà valori in crescita per entrambi, oltre la soglia limite, a partire da luglio del 2022. Le cause di tali innalzamenti di valori, al momento, sono ancora ignote.
“Il periodo preso in analisi è sufficientemente lungo per comprendere che non si può più aspettare: bisogna fare qualcosa”, ha dichiarato Cannizzaro, in primis perché nella tradizione millenaria di Castellammare quest’acqua è presente e la tradizione va rispettata, in secondo luogo perché tali valori costituiscono un rischio per la salute. I tecnici, come affermato dal commissario, “sono stati categorici” nell’esprimere il pericolo che le concentrazioni di nichel e radon, a questi livelli, costituiscono per chi andrebbe ad usufruire di queste acque.
“Attivare un’attività di monitoraggio anche in più punti”
Altro problema discusso è stato quello riguardante le sorgenti, definito dal Commissario “molto più complesso, poiché il nichel è presente pressoché dappertutto” e, dunque, bisognerà attivare un’attività di monitoraggio anche in più punti. Il tutto risulta ancora da definire nel concreto in quanto il problema, ha dichiarato Cannizzaro, “è troppo importante per parlarne con la semplicità dei dati che abbiamo a disposizione”.
A discutere della questione dal punto di vista chimico è stato il dottore Maurizio Galasso, il quale ha iniziato il suo intervento parlando della differenza delle normative riguardanti le acque minerali e le acque potabili: “Sulle acque minerali – ha dichiarato – non possiamo fare niente, perché la normativa prevede che debbano essere utilizzate così come escono dalla sorgente”. È invece possibile intervenire sulle acque potabili, per le quali la normativa prevede “la potabilità al punto di consegna”. Galasso ha poi parlato delle strategie che sono state prese in considerazione per allontanare il radon. È risultata più conveniente la tecnica dell’air stripping, preferita a quella dei carboni attivi, che risulterebbe più dispendiosa dal punto di vista tecnico ed economico.
Sono state già effettuate delle prove su un prototipo
Il chimico ha affermato che sono state già effettuate delle prove su un prototipo e, al momento, è risultata necessaria una reazione di circa due ore per far scendere il livello di radon al di sotto dei limiti consentiti dalla legge. Una volta terminata l’operazione di air stripping bisognerà mettere a valle un sistema di filtrazione per poi eliminare il nichel. È prevista, a titolo precauzionale, anche una disinfezione a raggi ultravioletti. Con questo sistema, – già largamente in uso presso altri acquedotti – l’acqua potrà, secondo Galasso, essere data a uso potabile.
I lavori, in base ad una stima sommaria per la realizzazione degli impianti, andrebbero a costare almeno 40mila euro (costo che potrebbe aumentare, dati gli spazi angusti in cui si dovrebbe lavorare per quanto riguarda l’acqua della Madonna). Il gusto caratteristico delle acque potrebbe, naturalmente, subire delle variazioni sia per vie naturali, a causa dell’attività vulcanica, sia a causa delle sopracitate operazioni di air stripping e filtrazione; il tutto, assicura Cannizzaro, sarà quotidianamente monitorato grazie ad una convenzione con Arpac.
Anna Rega