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Musicista ucciso a Napoli: le immagini inchiodano il 17enne. Ha sparato per uccidere

Le immagini di una telecamera chiarirebbero sostanzialmente quanto accaduto a piazza Municipio all’alba del 31 agosto scorso. La rissa e poi l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso da tre proiettili esplosi dal 17enne dei Quartieri, reo confesso, ma sconfessato da quanto si vede nelle immagini. Il giovanissimo assassino aveva parlato di una pistola che gli avevano passato i suoi amici maggiorenni e di legittima difesa, ma le cose sono chiaramente andate in modo diverso.

Giogiò interviene nella rissa per difendere un amico

Nella sequenza drammatica che si è svolta nel locale teatro dell’omicidio, la scena è stata dominata da una violenta rissa scatenata da un gruppo di individui, tra cui il 17enne, che alla prima scintilla sembrava tenersi ai margini degli eventi. Sembra impassibile anche quando uno dei suoi compagni alza improvvisamente uno sgabello e lo scaglia contro Giogiò intervenuto in difesa di un suo amico.

Poi decide infine di intervenire. Le telecamere di sorveglianza catturano l’istante in cui si alza dalla sua postazione, afferra la pistola alla cintura dei pantaloni e apre il fuoco in modo ripetuto, sparando tre colpi.

Le immagini inchiodano il 17enne. Ha sparato per uccidere

L’analisi delle immagini da parte degli investigatori della Mobile, sotto la guida del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, si è concentrata principalmente sulla fase precedente agli spari.

Dopo aver estratto la pistola, il giovane di 17 anni prende la mira contro Giovanbattista Cutolo, vittima dei colpi di sgabello inflitti da almeno due aggressori. Nelle immagini è evidente che il suo braccio si estende a livello del busto; non spara in aria, né utilizza l’arma per intimorire o calmare la lite. La sua azione sembra essere volta esclusivamente a causare la morte, come ha sottolineato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori che ha disposto il suo trasferimento presso l’istituto penale di Nisida.

Le immagini e i testimoni contraddicono le dichiarazioni del reo confesso

La prima detonazione interrompe il funzionamento della telecamera interna, rendendo necessarie le testimonianze per ricostruire gli eventi successivi. In breve, altri due colpi vengono esplosi mentre la vittima fa alcuni passi avanti, tenendo una mano sul petto, cercando di raggiungere l’uscita del locale, prima di crollare a terra.

Questa ricostruzione sembra contraddire le affermazioni del minorenne durante l’interrogatorio di convalida, in cui aveva sostenuto di aver agito in legittima difesa e di aver ricevuto la pistola da un amico del locale, senza accusare nessuno dei tre compagni con cui era arrivato dai Quartieri Spagnoli.

La rissa, trasformatasi in tragedia, innescata per uno scooter che ostacolava il passaggio

La rissa era stata innescata dalla richiesta di una ragazza di spostare uno scooter che fuori al locale ostacolava il passaggio. Poco dopo, le provocazioni all’interno del locale: uno dei quattro del gruppo del reo confesso usa una confezione di maionese per spruzzarne il contenuto sulla testa di un ragazzo della comitiva di Giogiò. Ma fino a questo momento non avviene ancora alcuna reazione violenta. Nelle immagini si vede il ragazzo oggetto di scherno che si limita a chiedere spiegazioni.

La tensione sale e si comincia con qualche spinta per arrivare alle azioni violente da parte di due membri del quartetto proveniente dai Quartieri. Questi individui utilizzano sedie come armi improvvisate, mentre i ragazzi della comitiva di Giogiò cercano disperatamente di difendersi. Fino a quel momento, Giovanbattista Cutolo era rimasto in disparte, osservando la situazione senza partecipare alla rissa. Anche quello che sarà il suo assassino resta fermo.

Ad un certo punto la follia omicida: tre colpi in rapida sequenza che non lasciano scampo a Giovanbattista Cutolo

Quando la violenza sembra prendere il sopravvento e uno dei suoi amici è in pericolo, Cutolo si muove per intervenire e soccorrere il compagno. È in questo preciso istante che si verifica la tragedia: Giogiò si trova al centro della scena, subendo l’ira degli aggressori, riceve il grosso dei colpi, a cominciare dai colpi di sgabello, che probabilmente lo raggiungono al volto. È in questo momento che il giovane di 17 anni decide di agire, sfila la pistola dalla cintola dei pantaloni e apre il fuoco tre volte, senza un motivo apparente.

Altri dettagli potrebbero smentire ulteriormente la versione del minorenne

Un dettaglio rivelatore che potrebbe essere fondamentale nell’attribuzione delle responsabilità riguarda le reazioni degli altri tre maggiorenni presenti accanto all’assassino. Dopo gli spari, dalle immagini emerge chiaramente che uno dei tre in compagnia del 17enne si tocca il petto, evidentemente temendo di essere stato colpito e apparentemente sorpreso dall’uso della pistola da parte del minore. È una possibile conferma del fatto che non sapesse che il proprio amico fosse armato. Questo elemento potrebbe mettere in dubbio la versione secondo cui la pistola sarebbe stata fatta circolare tra i presenti durante la rissa.

Dall’esame autoptico svoltosi ieri pomeriggio emerge che il musicista 24enne è stato colpito tre volte, due colpi frontalmente, uno alle spalle. In sostanza tutti e tre i colpi sparati dal 17enne reo confesso dell’omicidio sono andati a segno.

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