Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli. E’ stato nominato dal Csm a maggioranza alla guida della procura più grande d’Italia. Il posto di procuratore di Napoli era scoperto da quasi un anno e mezzo, da quando Giovanni Melillo lo aveva lasciato per assumere l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Con 19 voti ha battuto Amato e Volpe
Gratteri ha ottenuto 19 voti contro i cinque andati al procuratore di Bologna Giuseppe Amato e agli otto alla procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe, che è stata per un anno ‘reggente’ della procura partenopea.
A favore di Gratteri hanno votato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato. i laici di centro-destra, il renziano Ernesto Carbone consiglieri di Magistratura Indipendente, l’indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost, Antonino Laganà, mentre il resto del gruppo ha sostenuto Amato. Per Amato si sono espressi anche la presidente della Cassazione Margherita Cassano e il consigliere indipendente Roberto Fontana. Per Volpe invece il gruppo di Area, Mimma Miele (Md) e il laico del Pd Roberto Romboli.
Profonda esperienza maturata nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata
Per la maggioranza che lo ha sostenuto è stata determinante per la prevalenza sugli altri candidati l’ampia e profonda esperienza maturata da Gratteri nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con procure di tutto il mondo.
Un impegno che ha portato anche alla cattura di circa 140 latitanti alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi. Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto non sono mancate critiche al modo di interpretare il ruolo di procuratore da parte di Gratteri, da parte di chi ha sostenuto gli altri candidati, e al modo in cui intende operare alla procura di Napoli espresso in occasione della sua audizione al Csm.
Gratteri vive da trent’anni sotto scorta
Nicola Gratteri, 65 anni, originario di Gerace, comune dell’area metropolitana di Reggio Calabria, è uno dei magistrati più famosi d’Italia. E’ stato fino ad oggi titolare dell’ufficio inquirente di Catanzaro ed ha coordinato importanti inchieste sulla ‘ndrangheta. Ha due figli “medici al nord” ed è entrato in magistratura nel 1986. Vive sotto scorta da trent’anni.
Dalle prime minacce subite alle indagini sulla faida di San Luca, la strage di Duisburg e l’operazione Rinascita – Scott
Si racconta che con la sua prima indagine provocò le dimissioni di un assessore e la caduta della giunta regionale. In seguito a quella vicenda arrivarono le prime intimidazioni, fino all’affidamento della scorta. “Nel 1989, hanno sparato a casa della mia fidanzata e poi la notte l’hanno chiamata per dirle che avrebbe sposato un uomo morto“, ha detto anni fa lo stesso Gratteri.
Negli anni il procuratore si è occupato di indagini come quella sulla faida di San Luca, la strage di Duisburg, fino ad arrivare all’operazione Rinascita – Scott che ha svelato intrecci tra politica, mafia e massoneria. In occasione del governo di Matteo Renzi si parlò di una sua nomina a ministero della giustizia. In quella occasione il neo procuratore di Napoli spiegò che se avesse fatto il guardasigilli avrebbe smontato e rimontato il sistema, cambiato i codici nel rispetto della costituzione, mutato la geografia giudiziaria, “perché ancora oggi ci sono posti dove ci sono molti magistrati e altri dove mancano. Avrei fatto molte cose, ho una rivoluzione in testa”.