Un ex arbitro di Castellammare di Stabia è stato condannato a due anni di carcere per aver ripreso segretamente le sue allieve mentre si trovavano sotto la doccia. Le vittime, tutte diciottenni al momento dei fatti nel 2018, avevano denunciato l’uomo che aveva nascosto un cellulare negli spogliatoi per registrare le riprese.
Castellammare, filmava ragazze sotto la doccia: condannato ex arbitro
L’ex arbitro, che aveva accettato un procedimento abbreviato, era stato segnalato da cinque giovani ragazze. Una di loro aveva scoperto il cellulare nascosto e aveva immediatamente denunciato l’accaduto. In seguito alla denuncia, l’uomo era stato sospeso dall’Associazione italiana arbitri e successivamente radiato dall’albo.
L’avvocata Libera Cesino, che ha assistito le cinque vittime, ha spiegato che le ragazze sono state inizialmente oggetto di diffamazione e insulti da parte di alcune persone che non credevano alle loro accuse. Venivano addirittura derise con il termine “gallinelle”. L’avvocata ha dichiarato che l’ambiente era favorevole all’aggressore e che tutti ritenevano che l’uomo fosse una “brava persona”.
Lo smartphone era nascosto negli spogliatoi
L’ex arbitro è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento delle vittime delle molestie. La sentenza rappresenta un successo per le giovani donne e il loro team legale, dimostrando che la giustizia può prevalere anche in situazioni difficili.
“Se in Italia si sta diffondendo una nuova cultura dei diritti delle donne è anche e soprattutto merito dell’impegno e della tenacia con cui il mondo dell’associazionismo femminile porta avanti le proprie difficili battaglie. Per questo, mi fa piacere oggi ringraziare l’avvocato Libera Cesino e tutto il team legale della sua associazione, “Libera dalla violenza”, per l’importante risultato ottenuto, a conclusione di un processo celebrato nel Tribunale di Torre Annunziata, a difesa di cinque ragazze che erano state filmate a loro insaputa da un ex arbitro, e che sono state costrette a rinunciare al sogno di diventare a loro volta direttori di gara”.
A dirlo è Annarita Patriarca, componente dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati e membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno dei femminicidi. “La difesa delle donne e la tutela dei loro diritti sono il banco di prova su cui si misura il grado di civiltà di un Paese – ha concluso la Patriarca –. Non bisogna mai abbassare la guardia di fronte a episodi di violenza di genere, sia essa fisica o psicologica, perché si tratta di fenomeni che prosperano col silenzio e nel silenzio. E contro cui risultano fondamentali gli esempi di coraggio e di determinazione come quelli dimostrati dall’associazione guidata dall’avvocato Cesino”.