Test Medicina: De Luca passa dal lanciafiamme alla frusta di bambù “per chi ha preparato le domande”

“Io darei a chi ha preparato questo test venti anni di carcere subito o meglio ancora lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore che ha in dotazione una frusta di bambù e la utilizza contro chi viola le regole stradali. Ecco venti frustrate di bambù sul groppone e si fa una opera di bene”

Nel corso della consueta diretta su Facebook del venerdì il presidente della Campania anche oggi ha continuato con veemenza e con la consueta amara ironia che lo contraddistingue la sua personale lotta contro il numero chiuso alla facoltà di Medicina e soprattutto conto i test di accesso alla facoltà.

Il governatore campano legge alcune domande segnalategli dai candidati. Domande che scatenano l’ira di Vincenzo De Luca.

“Tra le domande dei test me ne riferiscono una su chi ha inventato la Viennetta dell’Agida e un’altra su cosa è la grattachecca“. Ma questa non è l’unica su cui appunta la sua attenzione e con quella, dice, segnalata dal padre di tre figli: “Quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre? Ci sono cinque parole: sfoggiare, depennare, castità, provare, cromare”. La risposta esatta è “provare” perché è l’unica parola che non contiene il nome di una città.

E qui scatta l’indignazione dell’uomo con il lanciafiamme: “Io darei a chi ha preparato questo test venti anni di carcere subito o meglio ancora lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore che ha in dotazione una frusta di bambù e la utilizza contro chi viola le regole stradali. Ecco venti frustrate di bambù sul groppone e si fa una opera di bene”.

Infine un colpo alla politica e un invito “a tutti i nostri concittadini ad esprimere il proprio disprezzo per tutte le forze che non si impegnassero da subito a cancellare il numero chiuso alla facoltà di medicina. La selezione è indispensabile – dice De Luca – ma bisogna farla sulle materie sanitarie e non su test demenziali e non costringendo ai margini i ragazzi che vengono da famiglie di povera gente”.

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