E’ ufficialmente operativa la convenzione tra il Ministero della Giustizia e l’Agenzia delle Entrate che renderà possibilmente più agevole e facile, per gli ufficiali giudiziari, procedere alla ricerca e alle indagini sui beni che devono essere sottoposti ad esecuzione per i pignoramenti.
Il Ministero annuncia che già dal mese di ottobre 2023 i funzionari potranno avere l’accesso autonomo alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, inoltre che la convenzione – siglata a giugno dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dal Direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini – è “pienamente attiva e operativa”. Le banche dati saranno “utili ai fini della ricerca telematica di beni con titolo esecutivo da pignorare su richiesta di creditore o da sottoporre a procedura concorsuale da parte del curatore della liquidazione giudiziale”.
L’accordo tra i due enti consente (articolo 492bis del Codice di procedura civile) che siano i creditori a richiedere agli ufficiali giudiziari l’accesso alle banche dati telematiche interconnesse, all’interno dell’Anagrafe tributaria, che è comprensiva dell’archivio dei rapporti tributari.
“Il Dipartimento per la Transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione sociale, per il tramite della sua Direzione generale per i servizi informativi automatizzati, ha completato il processo di connessione alle banche dati di Agenzia delle entrate da parte di tutti gli uffici NEP (Uffici Notificazioni, Esecuzioni e Protesti) che possono ora accedere direttamente e reperire agevolmente i dati sui beni da sottoporre a esecuzione forzata o a procedure concorsuali”, scrivono dal Ministero della Giustizia.
Quindi – per concludere – gli ufficiali giudiziari, attraverso le nuove procedure e la tecnologia a disposizione, potranno svolgere le indagini più velocemente anche perché le risposte verranno fornite in pochi minuti. Va precisato inoltre che i funzionari troveranno i beni da mettere in esecuzione nel rispetto della disciplina del codice della privacy.