Giugliano, mentre si scava per l’acquedotto, scoperta la “Tomba del Cerbero”

L'ambiente interno è completamente intonacato e con pitture murali. L'ingresso ancora ben sigillato dall'originale lastra di tufo di chiusura. Sepoltura intatta di età ellenistica. A pochi chilometri trovata un'altra necropoli a Calvizzano

Due scoperte archeologiche nel raggio di qualche chilometro, a Giugliano e a Calvizzano hanno riportato il calendario indietro di oltre duemila anni. Le due scoperte, avvenute nelle stesse ore, inizialmente, avevano creato confusione, con i sindaci dei due comuni che rivendicavano il rinvenimento di una tomba di grande interesse archeologico. In breve tempo però, con grande gioia di archeologi, studiosi e semplici appassionati, si è scoperto che i rinvenimenti erano, appunto, due e non uno conteso.

Una eccezionale tomba a camera, inviolata e in perfetto stato di conservazione, è stata scoperta all’interno di terreni coltivati nel Comune di Giugliano in Campania, in un cantiere di via Ripuaria che si è trasformato in poche ore in sito archeologico. Sul luogo del ritrovamento erano in corso lavori condotti da Acqua Campania S.p.A. per il “Completamento e adeguamento del sistema di alimentazione idrica dell’area Flegreo Domitiana”.

Grazie a ricognizioni di superficie, in occasione delle indagini archeologiche preliminari prescritte dalla Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli, che hanno portato al riconoscimento di una dispersione di materiale di epoca storica, e a un’intuizione della dottoressa Simona Formola, funzionario responsabile per il territorio, è stato posizionato un saggio di scavo proprio in corrispondenza dell’area che si rivelerà densa di sepolture, con riti diversi (sia ad inumazione che ad incinerazione), che testimoniano il lungo utilizzo dell’area a scopi funerari, con più livelli di frequentazione, in un arco cronologico di almeno quattro secoli, dall’età repubblicana a quella imperiale romana.

Quasi a delimitazione dell’area di necropoli, la cresta di un muro in opera incerta, assai ben costruito, si è rivelato essere il fronte di una monumentale tomba a camera ipogea ad ambiente unico coperto con volta a botte. L’ambiente interno è completamente intonacato e con pitture murali. L’ingresso ancora ben sigillato dall’originale lastra di tufo di chiusura, appena intaccata sulla sommità per creare un varco e consentire evidentemente l’accesso in una successiva fase di utilizzo del mausoleo, ben chiusa infine con tegole.

Lo spettacolo che si è presentato agli occhi del Soprintendente Mariano Nuzzo, il primo ad accedere alla camera sepolcrale, dopo aver rimosso le tegole di chiusura, è stato quello di un momento cristallizzato nel passato di oltre 2000 anni fa.

L’emozione che suscita il privilegio di una simile scoperta è indescrivibile – commenta Nuzzo – il lavoro che tiene la Soprintendenza impegnata nelle sue instancabili azioni di tutela e la passione profusa dagli archeologi sul campo, oggi finalmente hanno ricevuto un degno riconoscimento.

L’ipogeo ha una sua datazione che stiamo comunque verificando. Prima di esprimerci con certezza dobbiamo condurre studi accurati. Bisogna approfondire per delineare una sua precisa collocazione spazio-temporale, ma con ogni probabilità ci troviamo nel periodo ellenistico. Il momento della scoperta è stato di grande condivisione ed entusiasmo. Ora è tempo di fermarsi e capire bene.

Comunque, un sentito ringraziamento va anche ai carabinieri del Nucleo Tutela che ci supportano costantemente e con grande energia nel nostro lavoro e che, in questo caso particolare, si dimostrano una risorsa indispensabile per garantire la sicurezza dell’area.

Il territorio di Giugliano, dopo anni di oblio, sta finalmente restituendo significative vestigia del suo glorioso passato, da preservare e tutelare, grazie ad uno sforzo comune”.

Che nell’area Giuglianese ci siano dei reperti archeologici non è una novità. Scipione l’Africano trascorse i suoi ultimi anni di vita a Liternum e, da anni, si sta svolgendo vera una caccia al tesoro per rinvenire la precisa collocazione della tomba del condottiero romano. Le ricerche e gli scavi iniziati dall’archeologo Amedeo Maiuri, ricerche che non premiarono l’archeologo con il ritrovamento sepolcrale, riportarono però alla luce il foro di Liternum.

“L’ambiente presenta il soffitto e le pareti affrescate, in perfetto stato di conservazione, con scene mitologiche, Ittiocentauri che sorreggono un clipeo sulla parete frontale, festoni che girano tutt’intorno la camera, e rappresentazioni figurate tra cui spicca un cane a tre teste, da cui la denominazione convenzionale del mausoleo come Tomba del Cerbero.

Tre kli’nai dipinte, un’ara con vasi per libagioni, inumati ancora deposti sui letti funebri con ricco corredo, completano il quadro di una scoperta che, in questo territorio, non ha precedenti. L’area della necropoli si pone significativamente in un punto nevralgico dell’ager Campanus, nei pressi di assi centuriali noti, ed equidistante dagli antichi assi stradali della via Cumis-Capuam e della via per Liternum. In particolare, da una prima analisi del contesto, sembra che la zona possa gravitare nella sfera culturale e politica di quest’ultima. Le indagini e le attività di documentazione proseguono senza sosta.

La seconda scoperta archeologica è avvenuta a poca distanza, nel comune di Calvizzano. in località San Pietro. Anche qui, durante gli stessi lavori per l’ampliamento della condotta idrica, è stata rinvenuta un’altra sepoltura.

“Lunedì – ha dichiarato Giacomo Pirozzi, sindaco di Calvizzano – è stata rinvenuta una tomba sullo stesso tracciato idrico che interessa il rinvenimento avvenuto a Giugliano. Tra le due scoperte non dovrebbe esserci legame, perché la nostra risale al quarto secolo a.C., quindi è più antica. Gli scavi sono ancora in corso. Abbiamo già un’idea in cantiere, ovvero quella di smontarla e rimontarla in un sito sicuro da noi indicato e che potrebbe essere visitabile. Vogliamo creare un percorso turistico a partire da questa scoperta”.

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