Il Gazzettino vesuviano | IGV

La Villa di Somma Vesuviana, viveva già quando il Vesuvio distrusse Pompei. Nuove scoperte lo confermerebbero

“Abbiamo rinvenuto pomice, cenerite di flusso piroclastico e residuo anche più freddo. Tutto il materiale è stato trasferito a Tokyo, dove i nostri ricercatori stanno effettuando le indagini su quanto abbiamo trovato. Stiamo indagando soprattutto sulle pomici e la convinzione è che si tratti di materiale più antico rispetto al 79 d.C. e dunque siamo in attesa di questi risultati che potranno essere importanti”. Lo ha annunciato Satoshi Matsuyama, ricercatore, archeologo dell’Università di Tokyo, oggi, in occasione dell’apertura straordinaria del sito archeologico della Villa Augustea, a Somma Vesuviana, che continua a stupire e a dare notizie.

“In questi giorni abbiamo trovato una fase antecedente al 79 d.C. e l’impressione è che questa fase sia molto complessa, molto articolata per cui diventa impegno di scavo e di studi per i prossimi anni. Non è una Villa banale. Siamo dinanzi ad una struttura molto complessa e articolata. In questi giorni abbiamo portato alla luce alcuni ambienti ma oltre a quelli che abbiamo già notizia e dei quali abbiamo notizia – ha dichiarato l’archeologo Antonio De Simone –  abbiamo l’impressione che siano presenti ancora altri ambienti. Siamo dinanzi ad uno scenario molto importante.

E’ venuta alla luce una stanza dove abbiamo trovato anfore precedenti all’eruzione del 79 d.C. e dunque adesso abbiamo la certezza che la Villa emersa a Somma Vesuviana, costruita 100 anni dopo l’eruzione del 79, aveva avuto una vita più antica e quindi viveva già al momento dell’eruzione del 79 d.C. ed è un fatto molto importante. Lo scavo è ora in corso e quando arriveremo al pavimento di questa stanza capiremo qualcosa in più”.

Il sito archeologico della Villa Augustea è oggetto della missione internazionale guidata dall’Università di Tokyo con la collaborazione del Suor Orsola Benincasa di Napoli. In questi decenni sono venuti alla luce centinaia e centinaia di reperti.

Portati alla luce imponenti ambienti risalenti al periodo posteriore al 79 d.C. come testimonianze dell’eruzione del 472 d.,C., molte celle vinarie, colonnati, pavimenti mosaicali, basolati, affreschi. Di recente però sono emerse testimonianze ancora più antiche con scenari ampi verso la possibile esistenza, sul territorio di Somma Vesuviana, della Villa Imperiale di Ottaviano Augusto e anche del Santuario dedicato all’Imperatore. All’epoca degli evernti, Augusto morì nel 14 d.C., Somma Vesuviana era territorio di Nola. Lo scrittore Tacito riportò che la morte dell’Imperatore sarebbe avvenuta, proprio presso il territorio di Nola.

Con le scoperte, di questi giorni, si aprono scenari ampi

“Siamo dinanzi ad una grande novità e soprattutto c’è molta curiosità. Almeno 580 le persone per la sola mattinata di oggi. Le visite sono in corso. Si tratta di persone e turisti provenienti da fuori Somma Vesuviana.

In questi 22 anni di scavi, i reperti portati alla luce sono stati centinaia. L’auspicio è quello di trovare uno spazio dove depositarli ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana –  e magari anche realizzare un Museo Archeologico a Somma Vesuviana. E’ necessario l’aiuto delle istituzioni nazionali.

E’ di questi giorni la notizia di possibili investimenti, circa 2 milioni di euro che serviranno per la riprogettazione della copertura e l’ampliamento del sito”.

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