Maxi blitz a Napoli contro il clan Di Lauro, 27 indagati: Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero finanziato la camorra con 500mila euro

Creando un marchio di abbigliamento chiamato "Corleone" e un'inaspettata bevanda energetica denominata "9 mm", i Di Lauro sembravano giocare sull'immaginario della criminalità organizzata

I carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 27 indagati, tra cui membri del clan Di Lauro, noti per la loro attività criminale nella zona di Napoli. L’operazione è stata eseguita in risposta a un provvedimento emesso dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Maxi blitz a Napoli contro il clan Di Lauro, 27 indagati

Gli indagati sono accusati a vario titolo di diversi reati, tra cui associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata e associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata. Inoltre, l’associazione criminale era coinvolta in attività di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, contribuendo a una catena di trasgressioni transnazionali. In totale, sono stati sequestrati beni per un valore di 8 milioni di euro.

Le indagini hanno svelato una notevole trasformazione all’interno del clan Di Lauro, che aveva ampliato i suoi interessi in settori imprenditoriali. Inizialmente noto per traffico di droga, estorsioni e minacce ai familiari di un collaboratore di giustizia, il clan aveva intrapreso un’incredibile “svolta imprenditoriale”. Investimenti in aste giudiziarie immobiliari, minacce ai potenziali concorrenti e alleanze con altri clan mafiosi, come i Licciardi e i Vinella-Grassi, avevano portato i Di Lauro a diversificare le loro attività illegali.

Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero finanziato la camorra con 500mila euro

L’operazione ha portato al sequestro di una palestra, una sala scommesse e diversi supermercati che erano in possesso del clan. Inoltre, sono stati coinvolti nella vicenda un noto cantante neomelodico e sua moglie, che sembrano aver investito mezzo milione di euro in una fabbrica illegale di sigarette, poi sequestrata dalle autorità. Creando un marchio di abbigliamento chiamato “Corleone” e un’inaspettata bevanda energetica denominata “9 mm”, i Di Lauro sembravano giocare sull’immaginario della criminalità organizzata, sottolineando una preoccupante e quasi ammiccante relazione tra il crimine e gli affari illeciti.

Il cantante neo melodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, avrebbero finanziato il clan Di Lauro con una somma complessiva di 500mila euro che il sodalizio avrebbe reinvestito per l’acquisito dei materiali e dei macchinari necessari all’allestimento di una fabbrica di sigarette. È quanto emerge dall’inchiesta che stamane è sfociata nell’esecuzione, da parte dei carabinieri, di 27 misure cautelari. Colombo e Rispoli sono finiti in carcere. Secondo quanto ricostruito dalla procura nella fabbrica di sigarette, successivamente sequestrata, veniva importato il tabacco grezzo dall’estero, quindi venivano confezionati i pacchetti di sigarette da rivendere nel territorio nazionale ovvero esportare all’estero.

In carcere anche un autista in servizio presso la Dda

C’è anche un dipendente del ministero della Giustizia tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare spiccata a corollario dell’inchiesta sul clan Di Lauro. L’uomo lavorava come autista e prestava servizio per la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. All’uomo viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nei suoi confronti il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha disposto la custodia cautelare in carcere.

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