Era finita con un 1-3 ed è ricominciata con un 1-3. Tante differenze però: stavolta a vincere (e convincere) è il Napoli, che passeggia in scioltezza su un Hellas Verona stravolto dalle frecce di Kvaratskhelia, dalle sgroppate di Politano, dalle scivolate di Cajuste.
Gli azzurri mettono in saccoccia tre punti importantissimi almeno per quanto riguarda la corsa Champions, pur essendo ad inizio campionato: è una vittoria che deve suonare come una ripartenza, termine che si è già sentito diverse volte quest’anno.
Se lo augura Rudi Garcia, che in questa sosta è sembrato completamente sfiduciato da squadra e presidente, addirittura esonerato verbalmente. Ma alla fine c’è ancora lui in panchina, e, dove tutto è iniziato, regala al Napoli una vittoria da cui tutto può iniziare.
Senza Osimhen e Anguissa, sostituiti da Raspadori e Cajuste, entrambi sugli scudi, gli azzurri inscenano una grande prova, non di forza, a quella saranno chiamati già martedì a Berlino e soprattutto domenica contro il Milan.
Solo nei primi due minuti gli scaligeri provano a mettere il Napoli in allerta con un paio di colpi di testa insidiosi, neutralizzati bene da Meret, uno dei ragazzi che, insieme a Garcia, sono finiti nell’occhio del ciclone. Il friulano a suon di parate, specialmente nel finale, risponde prontamente alle critiche.
Da quel momento in poi a giocare è solo il Napoli, che impensierisce la retroguardia veronese, sin da subito molto fallosa. Il primo squillo è di Raspadori, che al sesto minuto trova una parabola pericolosa da calcio di punizione, Montipò smanaccia.
Il Napoli spinge forte, ancora con Jack, che al minuto 22 trova una sassata dalla distanza che Montipò riesce a spedire in corner. Passano pochi minuti e ancora Raspadori si rende insidioso: galoppa palla al piede e crossa sul secondo palo, dove Politano apre il piattone sinistro e sblocca il match.
Partita che diventa semplicissima per il Napoli, che, trascinato da una miriade di partenopei, quando vuole crea fastidio ad un Hellas che in attacco è praticamente assente. Si accende anche Kvaratskhelia, e, si sa, quando lo fa non ce n’è per nessuno.
Al 43’ il georgiano trova il secondo centro in campionato: Politano lo serve con una palla deliziosa, il 77 si porta la palla sul sinistro e la infila alle spalle di Montipò, poi scocca le sue frecce, una nuova esultanza, particolare come le altre.
Per di più dall’esultanza nasce una piccola guerriglia in campo, con i gialloblu convinti che il georgiano, esultando sotto la curva di casa, abbia voluto provocare i tifosi scaligeri. Ammoniti Faraoni e Mario Rui.
Il Verona rientra dagli spogliatoi con Lazovic, Bonazzoli e Terracciano, che alla fine saranno gli unici tre a dare un minimo di dignità all’Hellas. Una parata di Meret su un tiro ravvicinato di Bonazzoli è però l’unica occasione scaligera degna di nota.
Poi a prendersi la scena è ancora il Napoli, ancora Kvaratskhelia, che al 55’ vede spalancarsi una prateria verso la porta di Montipò. Il georgiano stavolta rientra sul destro e insacca all’angolino. Poi scocca di nuovo le frecce, stavolta senza creare polemiche, perchè a riceverle è il pubblico azzurro in estasi.
Come ovvio che sia, dallo 0-3 gli azzurri si possono permettere di gestire con tranquillità la partita. Forse, però, troppa tranquillità, tant’è che Lazovic rimette i suoi in partita con un sinistro sotto la traversa.
Gli scaligeri ci credono e iniziano a impanicare Meret, che non si lascia scomporre con delle parate di altissimo livello. Prima due volte su Bonazzoli, con un piede e con un volo, poi su un paio di tiri dalla distanza. Una grandissima risposta.
Finisce quindi 1-3, una vittoria indispensabile, che fa morale in vista della trasferta di Berlino contro l’Union, squadra molto rognosa che stancherà gli azzurri. E poi all’orizzonte c’è il Milan capolista (almeno per ora), impegnato domani sera contro la Juve.
Giuseppe Garofalo