Boscoreale, racket e droga: scarcerato “Franchino” il fratello del boss Pesacane. Le condizioni di salute incompatibili con il carcere

Francesco Pesacane, 69 anni, dopo appena due settimane, va ai domiciliari. Dopo l’arresto del capoclan Peppe “o Pesacane”, avrebbe retto il clan e si sarebbe pagato gli "stipendi" agli affiliati

Boscoreale, racket e droga: scarcerato
Alcune fasi dell'operazione contro lo spaccio di stupefacenti nella 'Scampia del Vesuviano' nella quale sono state arrestate 19 persone dai Carabinieri della compagnia di Torre Annunziata (Napoli). ANSA / CIRO FUSCO

Il ras “Franchino” dei Pesacane va subito agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Napoli, Chiara Bardi, che ha accolto l’ultima richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato del presunto ras, il legale Antonio Usiello. Le condizioni di salute di Francesco Pesacane, 69 anni sono state ritenute “incompatibili con il regime carcerario”.

Dopo l’arresto del capoclan Peppe “o Pesacane”, Franchino pagava gli “stipendi” agli affiliati

“Franchino”, fratello del boss Peppe e’ Pesacane, era finito in cella al termine della retata contro la famiglia boschese che appena lo scorso 11 ottobre aveva portato agli arresti di 21 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di droga, usura, riciclaggio, tutti aggravati dal metodo mafioso. Il clan, da sempre attivo tra Boscoreale e Boscotrecase,  a giudizio degli investigatori si autofinanziava tramite usura ed estorsioni.

Dopo l’arresto del capoclan Peppe “o Pesacane”, il fratello “Franchino”, avrebbe retto il clan e si sarebbe occupato di pagare gli “stipendi” agli affiliati.

Clan Pesacane: racket e droga tra Boscotrecase e Boscoreale

Secondo l’accusa, il gruppo era guidato dai cinque fratelli Pesacane. Il pizzo sarebbe stato imposto a imprenditori e commercianti nella zona anche con minacce e violenze in caso di rifiuto.

Il clan – secondo le risultanze delle indagini – gestiva pure un giro di slot machine nei centri scommesse, estorcendo il 5% dei ricavi a un’azienda fornitrice. Le vittime della presunta usura sarebbero state costrette a restituire migliaia di euro di interessi su piccoli prestiti iniziali.

Ancora latitante l’altro fratello Gabriele, detto “Sandro”, attuale reggente del clan

Gabriele Pesacane, l’altro fratello, detto “Sandro”, resta tuttora latitante, sfuggito alla cattura nella retata di quindici giorni fa ed è tuttora ricercato: secondo l’Antimafia era lui il gestore della cassa del clan e sarebbe il custode delle armi.

“Sandro” Pesacane avrebbe inoltre ripulito i proventi dell’usura in una rivendita di fiori e articoli cimiteriali attiva nella città di Terzigno. Tra gli ultimi arrestati, oltre ai fratelli Pesacane, anche il presunto autista del boss Giuseppe, Giovanni Galise.

Salvatore Piro

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