Capacità di adattamento. È questa una delle priorità che il fenomeno dei cambiamenti climatici ci sta obbligando a darci, condizionando con sempre maggiore intensità e incidenza le nostre abitudini di vita.
Come quelle legate al turismo, che movimenta ogni giorno flussi sempre più consistenti di viaggiatori.
L’Italia ha lanciato un programma di certificazione per l’ospitalità turistica sostenibile – il Green Key Italia – un marchio di qualità ecologica che rappresenta l’impegno delle strutture ricettive all’osservanza di rigorosi criteri ambientali, suddivisi tra obbligatori e facoltativi, (per citare solo alcuni dei 130 attualmente esistenti: Coinvolgimento dello staff, Gestione ambientale, Energia, Acqua, Rifiuti, Attività green) stabiliti dalla Foundation for Environmental Education (FFE), un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro, riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale e dell’educazione allo sviluppo sostenibile.
Assegnato ogni anno, a seguito di una procedura che avvia il percorso di miglioramento delle strutture richiedenti verso una conformità ai criteri del disciplinare, il Green Key eco-label nasce nel 1994 in Danimarca e diventa, nel 2002, uno dei programmi internazionali della FEE, rappresentando uno dei marchi ecologici più diffusi sul turismo a livello mondiale. Ogni struttura aderente al programma Green Key che riceve una valutazione positiva da parte della Commissione di valutazione, ottiene la certificazione di sostenibilità ambientale che sancisce gli elevati standard qualitativi di ospitalità.
Il turismo è innegabilmente una delle industrie di maggiore rilevanza, di nuovo in crescita dopo lo stop forzato della pandemia degli anni più recenti, seppure destinato anch’esso a risentire dell’impatto, spesso devastante, del clima.
Le ripercussioni dei cambiamenti climatici su un settore così trainante per il nostro Paese, anche e soprattutto dal punto di vista economico, si stanno manifestando in tanti modi.
L’aumento generalizzato delle temperature sta rendendo alcune destinazioni di viaggio meno appetibili, comprese le località balneari che, seppure predilette dalla maggior parte dei vacanzieri, sono diventate troppo calde per risultare confortevoli.
Gli eventi meteorologici estremi, poi, nel loro tradursi in inondazioni e nubifragi da una parte e siccità dall’altra, stanno diventando sempre più frequenti e virulenti, provocando danni rilevanti anche alle infrastrutture turistiche e rendendo difficoltosi gli spostamenti da e per i luoghi di vacanza.
Lo scioglimento sempre più accelerato dei ghiacciai dovuto al surriscaldamento globale e il conseguente innalzamento del livello del mare stanno minacciando e minacceranno sempre di più le località costiere, che subiscono periodici allagamenti, correndo il rischio di scomparire, o di vedere fortemente ridimensionate le loro potenzialità ricettive.
Di questo passo, le conseguenze dei cambiamenti climatici sul settore del turismo potrebbero tradursi in un danno non solo strutturale ma in primo luogo economico, per la minore attrattività esercitata dalle destinazioni di viaggio.
I posti di lavoro rischiano di venire fortemente ridimensionati, sia in termini di impiego di risorse per svolgere le diverse attività dell’indotto, che rappresenta l’11% del Pil nazionale, sia come aumento della disoccupazione in particolare nei Paesi in via di sviluppo, che hanno nel turismo la principale fonte di introiti.
Inoltre, l’arretramento delle coste e l’innalzamento del livello del mare, costringendo chi vive in quelle aree ad abbandonarle trasferendosi altrove, possono avere conseguenze economiche e sociali difficilmente sanabili.
Malgrado il trascorrere degli anni abbia aggravato una situazione già da tempo critica, appare quanto mai urgente affrontare l’impatto del clima sul turismo adottando misure di mitigazione e adattamento che scongiurino l’irreversibilità di un fenomeno sotto gli occhi di tutti.
Lo stesso settore turistico può contribuire concretamente, per la sua stessa tutela e nel rispetto di standard ecologici, alla forte riduzione dei gas serra, ridimensionando le emissioni inquinanti grazie all’impiego di mezzi di trasporto più sostenibili come il treno e l’autobus (la Grecia, ad esempio, ha introdotto una tassa sui voli aerei), incentivando gli spostamenti a breve distanza, meno inquinanti rispetto a quelli a lunga percorrenza.
La capacità di adattamento delle destinazioni turistiche alle nuove condizioni climatiche può tradursi nel privilegiare infrastrutture ecosostenibili e meglio integrate in uno scenario in trasformazione, riducendo l’impatto ambientale e garantendo al turista un’offerta altrettanto accattivante.
Questo è solo un esempio di ciò che si può fare per garantire al turismo un futuro concretamente sostenibile.
Viviana Rossi