Gli aveva fatto firmare una polizza assicurativa sulla vita e poi bruciò vivo il fratello per incassarne i soldi. Con questa accusa, la Corte d’Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo Antonio Martone, 37enne di Sant’Antonio Abate.
Il cadavere semicarbonizzato di suo fratello Domenico Martone fu ritrovato in una strada di campagna al confine con Lettere la sera del 30 marzo 2022, ancora avvolto dalle fiamme adagiato sotto una piccola tettoia. A lanciare l’allarme furono alcuni residenti della zona che avevano notato il propagarsi delle fiamme e una colonna di fumo alzarsi da un fondo agricolo.
I carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, grazie alle immagini delle telecamere di video sorveglianza avevano portato al 36enne che aggredì e tramortì il fratello, prima di dargli fuoco, per incassare appunto il premio dell’assicurazione sulla vita che lui stesso, poco più di un anno prima, aveva indotto Domenico a stipulare.
Le indagini condotte dagli uomini dell’Arma permisero di ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima e di accertare la presenza sul luogo del delitto, in un orario compatibile con quello in cui e stato commesso l’omicidio, del 36enne. Inoltre i Carabinieri riuscirono anche a ricostruire il tragitto percorso a piedi da Antonio Martone subito dopo aver portato a compimento il suo macabro piano.
Orrore a Lettere: fiamme in un campo. Ritrovato il cadavere carbonizzato di un uomo