Pagamenti in contanti: esistono delle alternative in grado di accontentare tutti?

Pagamenti in contanti: il primato italiano

Anche se i numeri relativi ai pagamenti digitali sono in costante crescita, il fascino del contante sembra non tramontare in Italia, in assoluta controtendenza con altri Paesi, anche se, in generale, in Europa si è più propensi a pagare anche piccoli importi con la carta di credito. Nel 2022, infatti, la percentuale delle transazioni “cash” è stata del 69% nel nostro Paese, contro il 59% dell’area euro.

Ci sono, ovviamente, svariati motivi per cui il contante continua ad essere la prima scelta degli italiani.

Il contante e il suo ruolo nella società

Innanzitutto, va detto che il contante non dovrebbe essere destinato a sparire e che il suo ruolo è ancora assolutamente necessario per il funzionamento dell’economia. Cosa più importante, il contante rappresenta una forma di pagamento “inclusiva” che mira a non tagliare fuori i soggetti più vulnerabili, come gli anziani o quelli appartenenti alle fasce di reddito più basso.

Infatti, anche se pagare con una carta è un’operazione abbastanza semplice, c’è da dire che dietro quella carta c’è, nella maggior parte dei casi, un conto corrente regolato da specifici rapporti bancari e che prevede dei costi di gestione.

Ma il contante ha anche un altro tipo di valore. Utilizzarlo vuol dire sentirsi liberi di effettuare le proprie transazioni senza l’intervento di terzi, in tutta libertà, anche quando manca l’elettricità. Si tratta, poi, di un metodo di pagamento veloce e sicuro che, cosa non meno importante, garantisce una certa privacy, in quanto non permette il tracciamento.

Insomma, pagare in contanti vuol dire comprare quel che si vuole, quando si vuole, senza rendere conto a nessuno e, in questi tempi di sospetto asservimento a qualsiasi decisione di Stato, questa scelta ha una certa valenza. Si tratta, in sostanza, di una scelta di autodeterminazione.

Tetto ai contanti: il no di De Luca

Va da sé che, in quanto metodo di pagamento non tracciabile, il contante tende a favorire il sommerso e il nero. Stabilire un tetto all’uso del contanti (attualmente è di 5000 euro), dunque, è stata una scelta fatta e confermata da diversi governi, soprattutto quelli orientati al contrasto dell’evasione fiscale. In Campania, il governatore De Luca si è detto più volte contrario a questa misura e a favore di un dibattito scevro da qualsiasi forma di ideologizzazione.

Eppure, la regione è, secondo l’osservatorio di SumUp, la prima in Italia per pagamenti contactless. Insomma, opinioni e scenari alquanto diversi che fanno presupporre che il dibattito sia tutt’altro che chiuso.

Pagamenti digitali: gli ostacoli alla diffusione

Se per alcuni consumatori il contante è uno strumento di autodeterminazione e la possibilità di pagare cash assume connotati talora ideologici, per gli esercenti sembrano esserci motivi più pratici alla base della reticenza ad accettare sempre e indistintamente i pagamenti con carta credito. Parliamo delle commissioni applicate dalla banche per le transazioni digitali. Ma quanto pesano davvero queste commissioni sui guadagni?

Altroconsumo parla di costi che possono arrivare anche a 0,50 centesimi per cappuccio e brioche. Più del 10% della somma incassata. Motivo per cui una delle proposte in ballo è stata quella di aumentare l’importo minimo oltre il quale l’esercente non può rifiutare il pagamento digitale.

Va anche detto che le commissioni possono variare – e anche di molto – in base all’istituto a cui ci si affida.

Pagamenti in contanti: esistono delle alternative in grado di accontentare tutti?

Quella dei pagamenti digitali è una corsa che non è possibile fermare, ma il decorso di questa evoluzione potrebbe cambiare radicalmente con la diffusione delle criptovalute. Questi asset, infatti, non solo rappresentano un’opportunità di guadagno ma possono anche contribuire a rivoluzionare completamente il settore dei pagamenti. Come?

Prendiamo un progetto come Stellar crypto, una piattaforma di blockchain creata da Jed McCaleb, cofondatore di Ripple, per rendere più semplici, accessibili e alla portata di tutti le transazioni transfrontaliere. Un progetto creato apposta per le persone e, nello specifico, uno strumento per facilitare i trasferimenti di denaro da un paese all’altro.

Attualmente, infatti, qualsiasi mezzo disponibile per inviare denaro ad un’altra persona all’estero, sia esso il bonifico bancario o un sistema di pagamento online, richiede tempo o denaro. Stellar nasce, dunque, per sopperire a questa mancanza, dato che permette di trasferire denaro immediatamente e ad un costo irrisorio.

Come funziona Stellar

Stellar utilizza un algoritmo di consenso unico chiamato Stellar Consensus Protocol (SCP) che non si basa su un’attività di mining o di staking ad alto consumo energetico, il che lo rende più ecologico. Per chi non fosse pratico, è necessario chiarire che per “estrarre” (o “minare”) alcune criptovalute servono potenti macchine che lavorano continuamente per risolvere equazioni molto complicate. La ricompensa per tale “lavoro” sono proprio le monete virtuali. Va da sé che, lavorando senza interruzioni, queste macchine consumano molta elettricità.

Un elemento essenziale della rete Stellar è la sua criptovaluta, chiamata Lumens (XLM). I Lumens servono sia da moneta digitale che da meccanismo anti-spam, in quanto è prevista una piccola commissione per ogni transazione al fine di evitare la congestione della rete. Inoltre, Lumen funge da ponte tra le diverse valute nelle transazioni transfrontaliere. Facciamo un esempio pratico. Dobbiamo inviare dei soldi a qualcuno in dollari americani e, al posto di utilizzare il tradizionale sistema bancario, che impiegherebbe del tempo per convertire i nostri euro in dollari e farli avere a chi di dovere, lo facciamo tramite Stellar in XLM. In pratica i nostri euro verrebbero convertiti in XLM e poi riconvertiti in dollari, prima di essere trasferiti al destinatario. Il tutto in pochi secondi e a costi irrisori.

Un altro punto di forza di Stellar è la rapida conferma delle transazioni che, in genere, richiede solo pochi secondi.

Cosa c’entra Stellar con i pagamenti digitali?

Alcune criptovalute, come XLM o anche Litecoin, non sono state create allo scopo di essere delle semplici riserve di valore (come può esserlo Bitcoin), ma hanno alle spalle progetti più ambiziosi, come quello di rivoluzionare il mondo finanziario e dei pagamenti.

Stellar, ad esempio, con le sue basse commissioni di transazione e i rapidi tempi di conferma, sarebbe la piattaforma ideale non solo per inviare denaro da un paese all’altro, ma anche per effettuare i micropagamenti. E non solo online, ma anche in negozio.

Molti giurano che il futuro dei pagamenti digitali sia proprio questo. Il che risolverebbe il problema delle elevate commissioni, anche se non incentiverebbe chi preferisce usare il contante per questioni ideologiche.

Una cosa è certa. Le criptovalute stanno cambiando – e di molti – gli attuali scenari e potrebbero costringere anche le banche ad adeguarsi a tali cambiamenti.

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