Redditi troppo bassi per giustificare l’acquisto di due immobili e un tenore di vita sproporzionato rispetto alla capacità patrimoniale. È da questi accertamenti, nati nell’ambito di indagini patrimoniali, che si è arrivati all’esecuzione, questa mattina, di un decreto di confisca, “previo sequestro”, dei due immobili a carico di Giorgio Di Bartolomeo, 46enne elemento di spicco del clan Ascione-Papale operante ad Ercolano.
Sotto sequestro un appartamento sul centralissimo corso Resina ad Ercolano ed una casa al mare in Calabria, a Falconara Albanese in provincia di Cosenza.
Ad eseguire il decreto, emesso dalla Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli, i carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Torre del Greco.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri nel 2012, che hanno consentito di documentare l’intestazione fittizia di un immobile nella storica roccaforte del gruppo criminale di Ercolano, in realtà riconducibile proprio a Di Bartolomeo.
Inoltre è stata dimostrata l’esiguità dei redditi dichiarati e la loro inidoneità a giustificare l’acquisto della seconda casa al mare, intestata a sua moglie. Infine le indagini hanno consentito di “documentare la conduzione di un tenore di vita sproporzionato rispetto alla capacità patrimoniale espressa dall’uomo” si legge nel provvedimento.
L’attività rientra in più ampio contesto di investigazioni della Sezione Operativa della Compagnia di Torre del Greco, svolte sotto la direzione della DDA partenopea che hanno portato, negli ultimi 3 lustri, alla parziale disarticolazione dei clan Ascione-Papale e Birra-Iacomino, storicamente in contrapposizione tra loro per il monopolio nella gestione dei traffici illeciti ad Ercolano.