Il “narcos” stabiese Raffaele Imperiale cede all’Italia un isola di fronte a Dubai

Una decisione per rafforzare la sua collaborazione con la giustizia così da poterne eventualmente trarne benefici carcerari e sconti di pena

Il narcos stabiese Raffaele Imperiale, meglio noto come il boss dei Van Gogh, per aver posseduto due capolavori del maestro olandese rubati dal museo lui intitolato, ha ceduto allo Stato italiano un’isola di sua proprietà a Dubai, dove si era rifugiato durante la sua latitanza, per rafforzare la sua collaborazione con la giustizia così da poterne eventualmente trarne benefici carcerari e sconti di pena.

Il broker internazionale della droga l’aveva acquista per svariati milioni di euro frutto della sua “attivita”. La notizia è stata resa nota ieri dal sostituto procuratore di Napoli, Maurizio De Marco, nel processo, con rito abbreviato, che vede una ventina di imputati per reati di droga e di 416 bis, tra cui anche il 47enne narcotrafficante internazionale. Per lui la Procura ha chiesto 14 anni e 10 mesi di condanna.

Il pm ha anche consegnato al gup Maria Luisa Miranda Miranda delle memorie contenti due manoscritti con i quali Imperiale notifica la sua decisione. L’isola che si chiama “Taiwan”, da non confondere con la più nota ed importante isola cinese situata a circa 150 km dalle coste della Cina, ed è parte di un arcipelago artificiale.

Il boss originario di Castellammare di Stabia, oggi collaboratore di giustizia, era stato arrestato a Dubai nell’agosto del 2021 dopo una lunga latitanza negli Emirati Arabi.

Nell’ambito della sua collaborazione, Imperiale ha scritto, appunto, una lettera in inglese tradotta in aula dal pm Maurizio De Marco, che nel corso della requisitoria ha ricordato i sequestri finora eseguiti, tra cui figurano anche un imponente arsenale trovato lo scorso marzo a Giugliano in Campania e l’acquisizione, del “tesoro” in bitcoin, del valore di 1,8 milioni di euro, annesso lo scorso 16 novembre al Fondo Unico Giustizia.

Negli anni scorsi, lo stesso Raffaele Imperiale, all’epoca già latitante a Dubai, fece ritrovare nella sua abitazione di Castellammare di Stabia le due tele di Van Gogh rubate nel museo di Amsterdam e che lui aveva acquistato sul mercato nero delle opere d’arte.

Insieme a Imperiale sono imputati alcuni tra i suoi più stretti collaboratori, come Bruno Carbone, suo socio in affari, Corrado Genovese, il contabile del gruppo, e Daniele Ursini, responsabile della logistica.

Nel corso dell’udienza di questa mattina, il gup Miranda ha rigettato un’eccezione sollevata dalle difese riguardante l’utilizzabilità delle chat Encrochat e Sky acquisite e decodificate dalle autorità francesi, e facenti parte del compendio accusatorio della Dda di Napoli. I legali degli imputati chiedevano di attendere il pronunciamento delle Sezioni Unite sull’utilizzabilità delle intercettazioni delle chat decodificate dalle autorità francesi e finite nel fascicolo della Dda di Napoli.

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