Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese

Il Segretario generale ONU Guterres: "Inorridito dalla morte e dalla distruzione che hanno travolto la regione"

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 29 novembre del 1977, con la Risoluzione 32/40 B, ha introdotto la Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese.

La data del 29 novembre ha un significato particolare perché in quella stessa data, nell’anno 1947, veniva approvata la Risoluzione 181 che istituiva uno Stato ebraico ed uno Stato arabo nei territori palestinesi, Gerusalemme rimaneva invece amministrata delle Nazioni Unite (si trattava di un vero e proprio Piano di partizione della Palestina che fu strutturato dal Comitato Speciale dell’ONU sulla Palestina, l’UNSCOP).

Dobbiamo inoltre tenere presente cosa accadde dopo il 1947, ossia la Nakba (la “catastrofe” avvenuta durante la guerra del 1947-1949). Mentre gli arabi respingevano il Piano di partizione della Palestina, l’esercito ebraico (non ancora costituitosi) attaccava i villaggi palestinesi, la conseguenza fu uno sfollamento di massa, migliaia di persone furono costrette a scappare dalle proprie case. Nel frattempo terminava il mandato britannico e veniva dichiarata l’indipendenza dello Stato di Israele, con la conseguente entrata nelle terre circostanti degli eserciti arabi. Le Forze di difesa israeliane, costituite nel 1948, diedero vita quindi ad un’offensiva che provocò – citando direttamente l’ONU – “lo sfollamento permanente di oltre la metà della popolazione palestinese”.

Quest’anno la Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese commemora anche il 75° anniversario della Nakba palestinese, oltreché i migliaia uccisi e sfollati durante la guerra di Gaza del 2023.

Una catastrofe umanitaria in Palestina

Nel suo messaggio per il 2023, il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, António Guterres, ha detto che questa Giornata Internazionale di Solidarietà “cade durante uno dei capitoli più bui della storia del popolo palestinese”. Il Segretario generale dell’ONU si ritiene “inorridito dalla morte e dalla distruzione che hanno travolto la regione, che è sopraffatta dall’angoscia e dal dolore”.

Guterres dice chiaramente che “i palestinesi di Gaza stanno soffrendo una catastrofe umanitaria” e che “nessun posto è sicuro”. Possiamo affermare infatti che quasi 1,7 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case.

Dopo avere espresso le condoglianze alle migliaia di famiglie che hanno perduto le persone care sotto i bombardamenti il Segretario ha specificato che ci sono state perdite anche tra i componenti delle Nazioni Unite, i quali sono stati uccisi nella città di Gaza. “Rappresentano la più grande perdita di personale nella storia della nostra organizzazione”, ha detto.

“Sono stato chiaro nella mia condanna degli attentati terroristici di Hamas del 7 ottobre. Ma sono stato anche chiaro sul fatto che non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese“, ha aggiunto ancora Guterres.

Guterres chiede il cessate il fuoco umanitario a lungo termine e la fine delle violazioni del diritto umanitario internazionale

“In tutta la regione, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione rappresenta un’ancora di salvezza indispensabile, poiché fornisce sostegno vitale a milioni di rifugiati palestinesi. È più importante che mai che la comunità internazionale sia al fianco dell’UNRWA come fonte di sostegno per il popolo palestinese. Soprattutto, questa è una giornata per riaffermare la solidarietà internazionale con il popolo palestinese e il suo diritto a vivere in pace e dignità.

Tutto ciò deve iniziare con un cessate il fuoco umanitario a lungo termine, l’accesso illimitato agli aiuti salvavita, il rilascio di tutti gli ostaggi, la protezione dei civili e la fine delle violazioni del diritto umanitario internazionale. Dobbiamo essere uniti nel chiedere la fine dell’occupazione e del blocco di Gaza. È giunto ormai da tempo il momento di procedere in modo determinato e irreversibile verso una soluzione a due Stati, sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, con Israele e Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati.

Le Nazioni Unite non vacilleranno nel loro impegno nei confronti del popolo palestinese. Oggi e ogni giorno, siamo solidali con le aspirazioni del popolo palestinese di realizzare i propri diritti inalienabili e costruire un futuro di pace, giustizia, sicurezza e dignità per tutti”.

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