Givova Scafati KO a Venezia. Logan da record: 3.500 punti in serie A

Tre quarti non bastano contro un avversario di levatura europea. Tiri da tre punti e rimbalzi hanno premiato i lagunari

Comincia con una sconfitta l’avventura di coach Matteo Boniciolli sulla panchina della Givova Scafati, che, in occasione dell’anticipo dell’undicesima giornata del campionato di serie A, è stata superata 83-59 al PalaTaliercio di Mestre per mano dell’Umana Reyer Venezia.

Ma non inganni il risultato finale, sicuramente bugiardo rispetto a quanto si è visto in campo per almeno tre quarti di gara. La compagine dell’Agro è stata in partita per oltre trenta minuti, crollando solo nel finale, con un passivo che la punisce oltremodo, rispetto a quanto ha mostrato in termini di gioco e di rendimento, soprattutto alla luce dell’assenza di De Laurentiis (operato al ginocchio) e Strelnieks (infortunio muscolare) e della presenza a mezzo servizio di Nunge (non allenatosi nel corso della settimana).

Tiri da tre punti e rimbalzi hanno premiato i lagunari

Le basse percentuali realizzative, soprattutto da tre punti (15% contro 30%), e il numero inferiore di rimbalzi conquistati (33 contro 42) sono solo alcune delle chiavi di lettura dell’incontro, che ha meritatamente premiato i lagunari, mentre la truppa gialloblù è giunta alla quarta sconfitta consecutiva.

I 9 punti realizzati da David Logan gli hanno però permesso di raggiungere quota 3.500 in serie A, secondo in assoluto tra i giocatori in attività, alle spalle del solo compagno di squadra Alessandro Gentile.

Partita equilibrata fino alla terza sirena

Regna l’equilibrio nei primi minuti di gara (4-4 al 3’) in cui il neo allenatore scafatese getta in quintetto base sia Gentile che Rossato, tenendo fuori Nunge e preferendo così una formazione più perimetrale. Molti errori in fase di impostazione e di tiro e difese intense caratterizzano la prima metà della frazione, avara di canestri (6-6). Spissu e Tucker provano a dare una strattonata agli avversari (11-6 al 6’). Coach Boniciolli getta nella mischia anche Logan, che, nonostante le scorribande di Simms, con otto punti di fila (16-12 all’8’), riesce a tenere Scafati aggrappata all’avversario alla fine del primo quarto (18-15).

Due canestri consecutivi di Gentile e due liberi di Pini valgono il 0-6 iniziale ed il vantaggio 18-21 dei gialloblù al 13’. Le difese continuano a dominare sui rispettivi attacchi, che si presentano con le polveri bagnate. Ci pensa Simms, sponda oro-granata, a risollevare le sorti dei locali (25-24 al 16’), che crescono con il trascorrere dei minuti, soprattutto in difesa, e, trascinati da Spissu e Tucker, trovano la doppia cifra di vantaggio, raggiungendo l’intervallo sul 40-29.

Tra le due contendenti, è la Givova Scafati ad iniziare meglio la ripresa (42-35 al 23’). Impiega poco però la compagine di casa per serrare nuovamente le fila e riprendere a macinare gioco e punti, ritrovando in meno di un amen la doppia cifra di vantaggio (47-35 al 24’). Sale in cattedra Nunge, diventando uno dei protagonisti, insieme a Gentile e Pinkins, dell’ennesimo tentativo di rimonta scafatese (51-46 al 28’), che resta però incompleto al suono della terza sirena (55-49).

Ultimo quarto a senso unico e Venezia stacca Scafati

L’Umana Reyer Venezia, trascinata da Tucker, riprende a giocare con lucidità, energia e fisicità in avvio di ultimo quarto, approfitta di qualche indecisione di troppo dei viaggianti, e si riporta in doppia cifra di vantaggio (61-51 al 33’). Pinkins ancora ci crede e lotta come un forsennato sotto le plance, ma non può nulla al cospetto di Spissu, Simms, Tessitori e compagni, che mettono in campo grinta e carattere, chiudendo anzitempo la contesa (76-55 al 27’). Gli ultimi minuti sono solo garbage time, perché servono ai padroni di casa per ampliare il margine di vantaggio, fino all’83-59 con cui si chiude definitivamente il match.

Il neo allenatore Boniciolli: “Andiamo via tutt’altro che contenti”

Il capo allenatore Matteo Boniciolli: «Sono arrivato da due giorni e mezzo a Scafati e posso dire che non c’era partita migliore di questa, contro un avversario di livello europeo, per riuscire ad avere una fotografia completa di quello che abbiamo, di quello che ci manca e del lavoro che occorre fare. Venezia ha vinto meritatamente, perché ha giocato meglio di noi. La percentuale di tiro da tre dei padroni di casa si è alzata solo quando i giocatori locali si sono rasserenati ed hanno capito di avere la partita in mano; fino a quel momento, anche cambiando le nostre regole difensive sul pick and roll, siamo riusciti a limitare molti dei problemi avuti in passato.

Andiamo via tutt’altro che contenti, perché non fa mai piacere perdere, figuriamoci poi con un passivo così largo. Però, come detto, avevo bisogno, dopo due allenamenti e mezzo, di vedere la mia squadra giocare contro un avversario come questo e su un campo come questo per capire se la strada intrapresa, come credo, sia quella giusta. Come ha detto il patron negli spogliatoi, il tempo passa e il campionato va avanti. Ma io traggo spunto da un insegnamento dell’ex pilota di Formula Uno Carlo Rossi, che una volta mi disse: “Quando sei in pista ed inizi a vedere lo specchietto retrovisore, vuol dire che sei un perdente, perché non sei più un pilota che pensa a vincere, bensì uno che pensa solo a non perdere”. Alla luce di questo insegnamento, proseguo nel mio lavoro, perché penso di aver capito esattamente quello di cui abbiamo bisogno e le qualità che abbiamo. Continuo ad andare avanti e mi ostino a non guardare nello specchietto retrovisore».

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