Il Gazzettino vesuviano | IGV

Castellammare, la burocrazia rischia di “salvare” il clan

Castellammare, fu accusato di aver commesso una rapina ai danni di una 90enne: assolto Mario Martinelli, smantallate le accuse 

La burocrazia della giustizia rischia di salvare 19 tra capi e gregari del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. È stato rinviato di 6 mesi infatti il processo d’Appello Sigfrido. Una vera e propria odissea per questo procedimento giudiziario, che già in primo grado aveva subito notevoli rallentamenti. Si tratta infatti di reati commessi addirittura negli anni novanta. Adesso a rinviare il tutto sono state degli errori di notifica, che hanno costretto i giudici a disporre lo stop.

Castellammare, la burocrazia rischia di “salvare” il clan D’Alessandro

E nel frattempo andrà in prescrizione il reato di associazione di stampo camorristico per i 19 imputati. Tra questi, spicca il nome di Pasquale D’Alessandro, ritenuto dagli inquirenti per anni tra i vertici dell’organizzazione criminale con quartier generale al rione Scanzano. Nell’elenco degli imputati figurano anche altri nomi molto noti nel panorama criminale cittadino: come ad esempio Raffaele Di Somma (alias o’ninnillo), oppure Antonio Rossetti (detto o’guappone), oltre a Luigi Vitale (tra i capi dell’omonima cosca del centro antico, organica ai D’Alessandro e specializzata nel traffico di droga).

Rinviato di 6 mesi il processo “Sigfrido”

La prescrizione tuttavia non interesserà (almeno per il momento) i soggetti condannati in primo grado nella veste di capi dell’associazione mafiosa e non saranno prescritti i reati collegati al traffico di sostanze stupefacenti. Il processo d’Appello riprenderà dunque a maggio del 2024, proprio a causa della raffica di difetti di notifica alla maggior parte degli imputati. Adesso l’obiettivo dell’Antimafia è quello di ottenere condanne pesanti per gli esponenti del clan di Scanzano, almeno per chi non rispondeva soltanto di associazione camorristica.

Le condanne inflitte in primo grado

Queste infine le condanne inflitte in primo grado: Pasquale D’Alessandro (15 anni), Ernesto Mas (16 anni), Antonio Esposito Sansone (15 anni), Luigi Vitale (14 anni), Alfonso Sicignano (14 anni), Carmine Caruso (12 anni), Antonio Nocerino (8 anni), Ciro Castellano (7 anni), Giovanni Lucarelli (7 anni), Nicola Martinelli (6 anni e 6 mesi), Francesco Apadula (condanna a 6 anni, 21 anni in continuazione), Giovanni Imparato (condanna a 4 anni e 6 mesi, 26 anni in continuazione), Luigi Polito (5 anni), Antonio Rossetti (condanna a 4 anni e 6 mesi, 19 anni in continuazione), Raffaele Di Somma (condanna a 4 anni, 28 anni in continuazione), Ugo Lucchese (condanna a 3 anni, 28 anni in continuazione), Michele Abruzzese (condanna a 3 anni, 26 anni in continuazione), Ciro Avella (condanna a 3 anni, 16 anni in continuazione), Maurizio Del Sorbo (condanna a 2 anni, 24 anni in continuazione).

Exit mobile version