È allarme truffe Bitcoin nell’area stabiese: un 45enne di Castellammare risulta infatti indagato a piede libero, in quanto ritenuto responsabile di aver architettato questo raggiro, mietendo già decine di vittime non solo nella città stabiese, ma anche nei Comuni dei Monti Lattari. Il 45enne è sotto inchiesta, dopo che una prima indagine condotta dalla magistratura aveva svelato alcuni dettagli legati alla truffa di Bitcoin, attraverso alcune società che promettevano ai singoli utenti percentuali di interessi al mese tra il 10 e il 20%, per ogni investimento in criptovalute.
È allarme truffe bitcoin nell’area stabiese, indagato 45enne di Castellammare
Investimenti che, tuttavia, sarebbero scomparsi facendo perdere a decine di persone ingenti somme di denaro. In particolare, dalle indagini è emerso che il presunto truffatore avrebbe indotto le vittime a versare ingenti somme di denaro su un conto corrente gestito da un broker stabiese. Sfruttando la natura quasi anonima delle transazioni con Bitcoin, il 45enne avrebbe ingannato le persone convincendole di investire in modo sicuro, promettendo rendimenti elevati e facendo leva sulla mancanza di conoscenza diffusa riguardo alle dinamiche complesse delle criptovalute.
Nei guai è così finito un insospettabile stabiese, che per settimane si è visto accreditare somme anche piuttosto rilevanti, da parte di almeno cinque persone (residenti tra Castellammare e dintorni) che avevano deciso di puntare su quell’affare. Sentito dagli inquirenti, il 45enne ha riferito di non c’entrare niente con quella truffa dei bitcoin, senza tuttavia saper dare alcuna spiegazione sul motivo per il quale le persone avevano cominciato a inviare soldi sul suo conto corrente.
Prometteva percentuali di interessi al mese tra il 10 e il 20%
Sulla vicenda indagano i magistrati della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che hanno configurato l’ipotesi di reato di truffa aggravata. E sono diverse le procure che, in questi giorni, si stanno muovendo per rintracciare i soldi sottratti in maniera illecita agli investitori. Spesso gli ignari investitatori truffati, si vedono comunicare sul proprio sito che i soldi da loro collocati nei Bitcoin sono al momento “congelati” per “difficoltà riscontrate nella gestione della liquidità”. Un’inchiesta che si allarga a macchia di leopardo e che punta a verificare anche l’eventuale presenza di complici del 45enne stabiese finito nei guai.