Sabato 16 dicembre alle ore 16 si terrà, presso la Pontificia reale basilica di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli, l’inaugurazione della mostra “Eternità e Tempo – I presepi d’arte in miniatura di Antonio Maria Esposito”, dove le microscopiche natività scolpite dal sacerdote stabiese saranno ospitate fino al 16 gennaio 2024. La mostra sarà inaugurata dalla conferenza di Marco Collareta, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Pisa, sulla storia del presepe nell’arte da Giotto ai contemporanei.
“Eternità e Tempo – I presepi d’arte in miniatura di Antonio Maria Esposito”
Originariamente collocate al Museodivino nel centro storico di Napoli, le minuscole opere della collezione Same, realizzate in materiali organici, hanno già sbalordito numerosi visitatori negli anni: dalla più grande, contenuta in una noce di cocco, fino al presepe più piccolo del mondo scolpito da mano umana, racchiuso in un semino di canapa di soli 3 millimetri. Per tutti i prenotati, seguirà una visita guidata gratuita, con lenti d’ingrandimento e lucine per ammirare i millimetrici dettagli dei presepi di don Antonio.
A Napoli l’inaugurazione della mostra
Un evento davvero imperdibile, dal momento che le microsculture di Antonio Maria Esposito racchiudono in sé il concetto di rinascita: sono, infatti, nate in un periodo di profondo dolore per il sacerdote stabiese, che ha saputo trasformare la sofferenza in qualcosa di unico e irripetibile munendosi di pazienza e concentrazione. Elevandosi spiritualmente per mezzo di quella che negli anni è divenuta una vera e propria preghiera manuale, don Antonio ha saputo dare un senso al suo dolore realizzando queste micro-meraviglie nel silenzio del suo studio.
Appuntamento il 16 dicembre con la conferenza di presentazione
A partire da domenica 17, per l’ingresso alla mostra sarà applicata una tariffa unica di 10 euro, con gratuità ai minori di 12 anni. Le scolaresche e i bambini più piccoli avranno la possibilità di partecipare a un laboratorio sul concetto di pazienza, virtù estremamente cara a don Antonio. Non perdetevi l’occasione di vedere con i vostri occhi come anche dalla sofferenza più profonda possa, talvolta, nascere qualcosa di meravigliosamente magico.
Anna Rega