Nel corso della conferenza di bilancio di fine anno tenutasi presso la sede del municipio di Torre Annunziata a palazzo Criscuolo, presenti i commissari Fernando Mone e Marco Serra, il nuovo amministratore della “PrimaVera” Eugenio Piscino, il dirigente dell’ufficio tecnico Valentino Ferrara, e il comandante della polizia municipale, Giovanni Forgione, il commissario straordinario del comune oplontino, Enrico Caterino, ha annunciato una decisione epocale per la città: la demolizione del Palazzo Fienga.
Da simbolo della camorra a parco cittadino
Lo stabile sotto sequestro da anni, simbolo e fortino della camorra di Torre Annunziata, a lungo roccaforte del clan Gionta e protagonista di guerre camorristiche e spaccio di droga negli anni Ottanta, sarà abbattuto per lasciare spazio a un nuovo parco cittadino con vista sul mare.
“Premesso che a noi non piace demolire, è evidente che questa città potrà migliorare soltanto attraverso un riassetto urbanistico,” ha dichiarato Caterino, sottolineando l’importanza di creare spazi in una Torre Annunziata che ha bisogno di verde e parcheggi. L’idea di sviluppo urbano, secondo il commissario, è fondamentale per migliorare la qualità della vita e rispondere agli standard urbanistici minimi previsti per legge. “Ecco perché il progetto iniziale di palazzo Fienga è stato smantellato e abbiamo portato tutti gli enti sulla strada della demolizione. Il palazzo non ha vincoli. Oltre alla demolizione ci sarà la riqualificazione di spazi attigui con espropri”, ha puntualizzato Caterino.
Il nuovo progetto costerà quindici milioni di euro
Il Palazzo Fienga, noto per le sue tenebrose vicende legate alla criminalità organizzata, sarà sostituito da un parco cittadino, un’opzione più economica rispetto alla cittadella della legalità inizialmente proposta. Il costo stimato per la realizzazione del parco è di quindici milioni di euro, a fronte dei quasi quaranta milioni previsti per la cittadella. Caterino ha spiegato che la demolizione rappresenta anche un segnale di svolta nella lotta contro l’illegalità, eliminando un simbolo della camorra che ha segnato negativamente la storia della città.
La decisione è stata presa dopo un lungo periodo di riflessione e coinvolge diverse istituzioni, tra cui la commissione straordinaria del Comune, il commissario per la ricostruzione, l’Agenzia per i beni confiscati, la soprintendenza, l’Agenzia del demanio, e i ministeri dell’Interno e dei Beni Culturali. Al momento, manca solo il passaggio politico con il commissario per la ricostruzione, che richiede una modifica del mandato.
Strada tracciata anche per l’area del “quadrilatero delle carceri”
La demolizione del Palazzo Fienga non è solo un atto di riqualificazione urbana, ma segna un nuovo inizio per l’intera area del centro storico di Torre Annunziata. Caterino ha sottolineato che la strada è stata tracciata anche per l’area del quadrilatero delle carceri, il tristemente famoso agglomerato di palazzi fatiscenti e macerie abbandonato da decenni. L’obiettivo è lasciare alla prossima amministrazione e al futuro della città qualcosa che possa ricondurre all’ottimismo e alla fiducia.
In conclusione, la demolizione del Palazzo Fienga non solo rappresenta la fine di un’era segnata dalla criminalità, ma anche un passo concreto verso una Torre Annunziata rinata, che guarda al futuro con nuove prospettive e speranze.