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Ospedale Boscotrecase: flash mob per la riapertura del Pronto Soccorso

La mancanza di un Pronto Soccorso su un territorio così vasto con una densità abitativa come quella dell’area torrese-vesuviana è una cosa improponibile ed inaccettabile. E così questa mattina verso le 11,00 è partito un flash mob per chiedere la riapertura del Pronto Soccorso dell’ospedale di Boscotrecase, chiuso con lo scoppio della pandemia, con la struttura trasformata in Covid hospital e mai più riaperto.

Un albero per la salute e per il diritto alla salute è stato piantato dai manifestanti in una delle aiuole antistanti il nosocomio boschese, simbolo dell’impegno e di una protesta che non intende fermarsi ma per riaprire servono medici, non si riesce a reperirne.

I concorsi banditi dall’Asl Napoli 3 Sud sono praticamente andati deserti e la questione si protrae da anni, balzando tristemente al centro delle cronache dopo la morte, il 23 dicembre, di una bimba di appena tre mesi, andata in crisi respiratoria, respinta a Boscotrecase e costretta a dover raggiungere il San Leonardo di Castellammare. Sulle cause del decesso e su eventuali responsabilità indaga la procura di Torre Annunziata. I genitori della piccola, in attesa dell’ambulanza, avevano provato invano a portarla Boscotrecase con un’auto privata.

La colpa di quanto successo nei giorni scorsi e per la mancata riapertura del Pronto Soccorso boschese, per i circa 200 manifestanti e da addossare al governatore Vincenzo De Luca, responsabile della Sanità campana. Dure critiche al presidente De Luca anche dal senatore cinque stelle Orfeo Mazzella, presente alla protesta a Boscotrecase: “La salute – dice – non deve essere merce di scambio. Mi impegno a portare qui a Boscotrecase il ministro o il sottosegretario della Salute per renderli partecipi della grave situazione che vivono quotidianamente oltre 300mila cittadini”.

Ieri il presidente della Regione, replicando alle forze politiche di opposizione, aveva parlato di sciacallaggio.

Intanto i manifestanti si organizzano per iniziative analoghe per un presidio permanente fino alla riapertura del Pronto Soccorso. Presenti i rappresentati del Comitato “Ce avite acciso a Salute”, delle associazioni “Catena Rosa”, “La Fenice”, “Mamme vulcaniche”, “Progetto Cripta”, “Quartiere Provolera” e gli “Ultras Savoia”.

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