Napoli, i carabinieri restituiscono 300 documenti borbonici

I documenti, riconducibili al periodo borbonico napoletano, sono di inestimabile valore storico e culturale e saranno nuovamente accessibili al pubblico dopo essere stati recuperati da attività d'indagine

Napoli, i carabinieri restituiscono 300 documenti borbonici all'Archivio di Stato: oggetti di inestimabile valore, la cerimonia domani

Napoli, i carabinieri restituiscono 300 documenti borbonici all’Archivio di Stato: oggetti di inestimabile valore, la cerimonia domani. Il Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Napoli restituirà oltre trecento documenti storici databili tra il 1500 e il 1800 all’Archivio di Stato di Napoli. La cerimonia, prevista per le 10.30 presso l’Archivio di Stato, sarà presieduta dalla Direttrice Dott.ssa Candida Carrino e dal Soprintendente Archivistico per la Campania, Dott. Gabriele Capone.

Napoli, i carabinieri restituiscono 300 documenti borbonici all’Archivio di Stato

Questi documenti, riconducibili al periodo borbonico napoletano, sono di inestimabile valore storico e culturale e saranno nuovamente accessibili al pubblico dopo essere stati recuperati da attività d’indagine. Che hanno coinvolto il monitoraggio delle piattaforme di e-commerce specializzate nella vendita di documenti storici.

Tra i pezzi più significativi spicca un manifesto di Gioacchino Napoleone, Re delle Due Sicilie, datato maggio 1811, di dimensioni notevoli e con annotazioni manoscritte. Un altro documento di rilievo è il “Giornale del Viaggio delle Loro Maestà il Re e la Regina da Napoli a Madrid nell’anno 1829”, una lettera manoscritta di Maria Amalia di Borbone indirizzata a Ferdinando II, Re delle Due Sicilie.

Oggetti di inestimabile valore, la cerimonia domani

L’importante operazione è stata coordinata dalle Procure della Repubblica di Parma, Napoli Nord, Salerno e Santa Maria Capua Vetere. L’attività investigativa ha permesso di individuare e sottoporre a sequestro questi documenti di chiara natura demaniale. Salvaguardandoli e restituendoli alla loro collocazione originale per la fruibilità pubblica.

La collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e gli enti pubblici e privati ha giocato un ruolo fondamentale nel successo di questa operazione. La scoperta di queste testimonianze storiche è particolarmente significativa anche perché alcuni documenti non erano mai stati inseriti nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”. Il più grande database mondiale di opere d’arte rubate, gestito dal Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale.

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