La Corte di Assise di Napoli ha confermato l’ergastolo anche in appello per Pinotto Iacomino, 44 anni, colpevole dell’omicidio della sua ex compagna Ornella Pinto, avvenuto il 3 marzo 2021 a Napoli. La sentenza emessa in primo grado dalla Corte di Assise di Napoli il 10 maggio 2022 è stata ribadita dalla Corte di Assise di appello, che ha accolto la richiesta del procuratore generale.
Femminicidio di Ornella Pinto, confermato l’ergastolo per l’ex compagno 44enne
Il femminicidio si è consumato all’alba del 3 marzo 2021 nel quartiere San Carlo all’Arena a Napoli. Pinotto Iacomino, separato dalla vittima da circa un anno, ha brutalmente ucciso a coltellate la 40enne Ornella Pinto. Dopo l’aggressione, l’uomo è tornato nel suo comune di residenza a Montegabbione, in provincia di Terni. Qui, si è presentato ai Carabinieri confessando apertamente di essere l’autore dell’omicidio. L’iter giudiziario ha visto il sostegno dell’avvocato Cinzia Mancini, difensore di Iacomino.
Il bimbo oggi potrà essere adottato dalla zia
“Dopo questa sentenza, potrò adottare mio nipote”. È scoppiata in lacrime, in aula, Stefania Pinto, la sorella di Ornella, la docente di 39 anni uccisa il 13 marzo 2021 con 13 coltellate a Napoli davanti al figlio di 3 anni. Per il suo ex compagno Pinotto Iacomino oggi è arrivata la conferma della condanna all’ergastolo e alla perdita della potestà genitoriale. La sorella, in qualità di tutrice del bimbo, ora potrà chiedere l’adozione, poiché per la prima volta in Italia il papà ha perso la potestà genitoriale già in primo grado.
Assistita dagli avvocati Mino Capasso e Valeria Pessetti, Stefania Pinto si è costituita parte civile al processo nei confronti di Iacomino e sta seguendo tutto l’iter in sede civile anche per l’adozione del bambino, che oggi ha 6 anni e che è stata o svegliato quella tragica notte dalle urla strazianti di sua madre Ornella, accoltellata a morte dall’assassino. A Stefania è stata riconosciuta una provvisionale in qualità di tutrice del bambino.
A processo, accanto alla famiglia Pinto si è costituita parte civile anche la Fondazione Polis con gli avvocati Celeste Giliberti e Gianmario Siani. “Alla fine la vera condanna è per noi e per il bambino che sto crescendo a tutti gli effetti come mio figlio”, aggiunge Stefania Pinto, che dopo l’affidamento ora chiederà formalmente l’adozione del nipote. Un iter che – caso unico in Italia – potrebbe essere accelerato, visto che Iacomino ha perso la potestà genitoriale già in primo grado.