L’interrogatorio del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, indagato per concorso in omicidio nell’inchiesta sull’assassinio del sindaco Angelo Vassallo di Pollica, è durato quasi undici ore. Il tragico evento risale al 5 settembre 2010, ma l’ombra del sospetto ha proiettato il colonnello Cagnazzo nell’occhio del ciclone solo da circa un anno e mezzo.
Omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo
Il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, e il pool che indaga sul delitto hanno posto numerose domande al colonnello, protagonista per anni di indagini sui potenti clan di camorra a Napoli e provincia. Dopo essere stato comandante provinciale a Frosinone, Cagnazzo è attualmente in servizio a Roma. L’interrogatorio ha costituito un momento cruciale nell’indagine in corso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il movente dell’assassinio di Angelo Vassallo è legato alla scoperta da parte del sindaco di un traffico di stupefacenti riconducibile ad ambienti camorristici. Questo traffico coinvolgerebbe anche esponenti dell’Arma. Vassallo avrebbe perso la vita dopo aver confidato al procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, quanto sapeva sulla vicenda. Tuttavia, non ebbe l’opportunità di formalizzare la sua denuncia a un carabiniere di fiducia di Greco, poiché fu ucciso.
Undici ore di interrogatorio per il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo
Le accuse nei confronti del colonnello Cagnazzo suggeriscono che egli abbia attivamente contribuito a depistare le indagini già prima dell’omicidio di Vassallo. L’ipotesi è che l’ufficiale si sia impegnato in un’attività volta a deviare l’attenzione degli investigatori, complicando il quadro investigativo.
Il contesto dell’inchiesta rivela una trama intricata di potere, droga e camorra, in cui il sindaco Angelo Vassallo sarebbe stato coinvolto per via della sua scoperta del traffico di stupefacenti. Le indagini evidenziano la connessione tra ambienti camorristici e esponenti dell’Arma, gettando luce su un lato oscuro delle istituzioni.