Disagio e devianza adolescenziale. L’arte ed i valori cattolici/stoici come possibili rimedi

Al disagio adolescenziale consegue spesso un possibile sviluppo deviante, dalle gang, alle sottoculture, alla violenza dei gruppi politici o religiosi estremisti, alla malavita sino al bullismo ed al cyberbullismo. Ed altresì il disagio che si estrinseca in atto violento contro sé stessi, autolesionismo, suicidio, dipendenza.

Tutto ciò è collegato ad una società, quella che Noi definiamo cibernetica, figlia delle tv generaliste e commerciali e soprattutto dell’epoca di internet, in cui meglio si realizza il mercantilismo lato sensu ed il capitalismo esasperato, con la riduzione dell’adolescente a merce ed utensile, con la sua conseguente perdita di identità e soprattutto di senso e di speranza per il futuro.

Figlio di questa società, l’adolescente è tuttavia mai come prima pronto ad una rivoluzione quasi mistica, è più incline allo spiritualismo di noi figli dell’epoca materialista che è cominciata nel 1600 con la scienza empirica, con il protestantesimo, divenuto oggi l’origine della cultura atea e laica, essendo da esso sviluppatosi l’empirismo, l’illuminismo ed il positivismo, in una concezione che mira alla meritocrazia basata sul valore economico e ad una dimensione sociale, dove vince il più forte ed ove i modelli di successo sono il sesso mercificato, il danaro, il potere, la sopraffazione.

Gli adolescenti, dicevamo, sono pronti al cambiamento, e lo notiamo dall’attività che pongono in essere innanzi a tale società in cui sono calati, esautorati dalla speranza nel futuro attuano, a nostro avviso, una condotta stoica/alternativa, o nello Stoicismo A in alternatio, vale a dire il suicidio, gesto estremo non per vincere, né per fuggire, ma per non perdere, o nello Stoicismo B in alternatio, vale a dire l’annullamento emotivo, che li spinge alle dipendenze o a comportamenti violenti che a noi possono sembrare, dall’esterno, insensati, figli del nulla, ma che in realtà sono una reazione dell’adolescente al nulla essendo diretti verso il nulla, in quanto le loro qualificazioni e la loro sottigliezza critica cozzano con la superficialità della società in cui vivono.

La prospettiva sarebbe, a nostro avviso, condurli verso uno Stoicismo C in alternatio, vale a dire la via dell’arte e della poesia, lo spleen poetico per superare lo spleen senza poesia e nichilista di primo livello.

A tal fine occorre riprendere quelli che sono i valori e le nostre radici occidentali, ovverosia quelle cattoliche. Siamo infatti consapevoli che i comportamenti devianti o criminali degli adolescenti sono figli del disagio che a sua volta viene colmato con la necessità di agire, alternativamente, nel sistema di valori dato, raggiungendo quegli scopi.

Se i loro modelli sono il liberismo capitalista, laico e filo-protestante e quello della spiritualità individuale e non comunitaria, capiamo bene che essi si muoveranno in tale terreno e la loro azione deviante sarà indirizzata al raggiungimento di tali obbiettivi dalla società stessa propinata.

Un ritorno alla comunità cattolica invece che alla società liberista ed egoica, un recupero del sincretismo tipico della religione di Roma, una valorizzazione di figure sante perché vicino agli ultimi, o sante perché ultime va recuperata anche con personaggi che all’apparenza poco hanno a che vedere col cristianesimo, in una ottica accettante e non censurante

E, soprattutto, per un modello politico/culturale pluralista e non integrazionista.

Giovanni Di Rubba

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