E che deve il suo nome latino (fundus, ossia campo) al suo trovarsi nella pianura pontina, a sud del Lazio, incorniciata dai monti Ausoni, vicina al mare e alle colline circostanti. Tutte condizioni che ne hanno assecondato l’iniziale vocazione agricola, affiancata, in seguito, dal commercio e da un turismo alimentato dalla presenza di un patrimonio architettonico e artistico di inestimabile valore.
Come la piccola chiesa di San Martino che, nascosta alla vista ma non meno preziosa di altre chiese locali, ha una storia del tutto particolare. Confusa tra le abitazioni che affacciano su uno dei vicoli del centro storico, pavimentati in basolato, è probabilmente la più antica della città, ed è un modello virtuoso di recupero conservativo.
A seguito di lavori di risistemazione della strada antistante e dei rilievi necessari per consolidare le fondamenta risalenti al Medioevo, sono stati riportati alla luce i resti di una domus romana di età imperiale. Le lastre di vetro installate al termine dei lavori consentono di vedere quanto emerso dagli scavi e di “camminare” letteralmente sulla storia: tre livelli di pavimentazione, il bordo di una grande piscina forse pertinente alle terme della villa romana, un sistema idraulico di canalette di adduzione o di deflusso delle acque e un grande mosaico pavimentale ora non visibile.
Le dimensioni contenute della chiesetta, ad una sola navata intervallata da piccole nicchie, convogliano la vista verso l’altare, dietro il quale campeggia il mosaico del prete-artista sloveno Marko Ivan Rupnik dedicato a San Martino, suggestivo per i colori accesi delle tessere che lo compongono e per la sua simbologia.
Primo santo non martire proclamato dalla Chiesa, arruolato, in giovane età, nell’esercito romano, San Martino è raffigurato nell’atto di donare il suo mantello ad un mendicante e di riceverlo indietro da Cristo, quale rivestimento della gloria divina, che è fonte di vita eterna. L’iconografia delle tre braccia del santo simboleggia l’amore che, con il gesto caritatevole, opera nell’uomo oltre le sue possibilità.
La città di Fondi – accorpata, in età antica, all’Impero romano insieme alle vicine Sperlonga (dove Tiberio fece edificare la sua villa), Formia e Gaeta, e oggetto, nei secoli, di invasioni, devastazioni e bonifiche – conserva molte altre tracce delle sue origini antiche e dello splendore raggiunto soprattutto in epoca rinascimentale. La signoria dei Caetani, tra il Trecento e i primi del Cinquecento – fautrice, tra l’altro, dello scisma d’Occidente che vide contrapposto al legittimo pontefice Urbano VI l’antipapa Clemente VII – le procurò un nuovo assetto urbano, con la costruzione del castello (ancora oggi visitabile, con il mastio da cui godere di una magnifica visuale a perdita d’occhio fino al mare) e di edifici artistici, monumenti e opere d’arte.
Tutti da scoprire.
Viviana Rossi