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Marigliano, omicidio di Francesco Esposito: sei arresti

Marigliano, omicidio di Francesco Esposito: sei arresti dell'Antimafia. L'affiliato al clan Mazzarella fu freddato sotto casa nel 2016

Marigliano, omicidio di Francesco Esposito: sei arresti dell’Antimafia. L’affiliato al clan Mazzarella fu freddato sotto casa nel 2016. Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare.

Marigliano, omicidio di Francesco Esposito: sei arresti dell’Antimafia

I Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia del Gruppo di Castello di Cisterna hanno agito su delega del Procuratore Distrettuale di Napoli. L’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda locale, prevede la custodia cautelare per cinque degli indagati, mentre il sesto è destinatario della misura degli arresti domiciliari. Tutti sono gravemente indiziati di essere coinvolti, a vario titolo, nell’omicidio di Francesco Esposito, reato aggravato dalle finalità mafiose.

Le indagini condotte hanno individuato specifici ruoli tra gli indagati, classificandoli come mandanti, organizzatori o esecutori materiali dell’omicidio. Gravi indizi di colpevolezza sono emersi nel corso dell’inchiesta, gettando nuova luce sulle dinamiche che hanno portato all’assassinio di Esposito. L’aggressione mortale avvenne proprio mentre la vittima usciva dalla sua abitazione a Marigliano.

L’affiliato al clan Mazzarella fu freddato sotto casa nel 2016

Le informazioni raccolte durante le indagini suggeriscono che l’omicidio di Francesco Esposito sia il risultato di contrasti tra diversi clan e gruppi criminali operanti a Napoli e provincia. La lotta per l’affermazione dell’egemonia su Marigliano e comuni limitrofi sarebbe stata la causa scatenante di questo tragico evento.

Il provvedimento di custodia cautelare è stato eseguito in fase di indagini preliminari. È importante sottolineare che, nonostante le pesanti accuse, i destinatari della misura sono ancora persone sottoposte alle indagini e, quindi, considerate presunte innocenti fino a una sentenza definitiva. La legge prevede la possibilità di impugnare tali provvedimenti, garantendo ai soggetti coinvolti la possibilità di difendersi nel corso del processo.

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