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Corruzione e “mazzette” al Porto di Napoli: 9 arresti, indagati dipendenti della Capitaneria e medici

Nove arresti per corruzione a Napoli per certificati medici e di idoneità ai marittimi. I militari della Guardia Costiera del capoluogo partenopeo hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali, 2 in carcere, 7 agli arresti domiciliari, 20 persone sottoposte ad obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ed interdittive (divieto di esercitare la professione sanitaria) emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della sezione seconda Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura partenopea.

Gli inquirenti ipotizzano, a vario titolo, i reati di corruzione e falso in atti pubblici, alla cui realizzazione avrebbero contribuito pubblici ufficiali dipendenti dell’Ufficio della Sanità Marittima e personale appartenente al Ministero delle Infrastrutture, in servizio presso la Capitaneria di Porto napoletana, nonché personale medico in servizio presso la sede Inail sempre di Napoli o presso l’Asl nonché marittimi e vari intermediari.

Secondo quanto risulta dall’approfondita attività di indagine, sarebbero emerse varie tipologie di illecito:

– in alcuni casi, intermediari, in accordo con impiegati della Capitaneria di Porto, avrebbero garantito ai marittimi il conseguimento o il rinnovo di certificati di idoneità professionale, rilasciati dalla Capitaneria di Porto in mancanza dei requisiti previsti per legge;

– in altri casi, i marittimi avrebbero conseguito il rilascio di certificazione medica senza che gli stessi venissero sottoposti alle visite mediche;

– in altri casi ancora, i marittimi avrebbero ottenuto di accedere indebitamente a benefici previdenziali in seguito al rilascio da parte dei sanitari di falsi certificati di malattia.

Le attività sarebbero state commesse dai pubblici ufficiali ai quali sarebbe stato corrisposto il pagamento di somme di denaro o comunque il versamento di altre utilità.

In carcere, con l’accusa di corruzione, sono finiti l’impiegato del ministero dei Trasporti, all’epoca dei fatti in servizio presso l’ufficio Gente di Mare della Capitaneria di porto di Napoli, Giuseppe Ventresino, di 61 anni, e il medico Nicola Moriello, di 60 anni, all’epoca un servizio presso l’ufficio Sanità marittima.

Ai domiciliari invece alcuni presunti intermediari delle corruzioni seriali che sono state ipotizzate dai pm, fra i quali Gaetano Consalvo, di 73 anni, Antonio Lubrano Lavadera, di 72 anni, e il medico Vincenzo Cautiero, di 70 anni, in servizio all’Inail.

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