Un appuntamento fatale, ma con chi? È quanto si chiedono gli inquirenti dell’Antimafia, chiamati a fare luce sull’omicidio di Alfonso Fontana. Il 24enne stabiese, residente all’Acqua della Madonna, è stato trucidato mercoledì sera a Torre Annunziata, a pochi passi dal Tribunale. Sono diverse le ipotesi fatte dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che stanno cercando di fare luce sull’omicidio di camorra.
Omicidio di Alfonso Fontana, il 24enne aveva un appuntamento fatale
Tra le varie ipotesi in campo, c’è anche quella che l’ordine di uccidere Fontana sia partito da Castellammare, ma nell’ambito della microcriminalità. Insomma, in questo caso non dovrebbe esserci alcuna guerra di camorra. Tanto più che esiste un particolare specifico, relativo all’agguato di Antonio Fontana (ex collaboratore di giustizia e zio di Alfonso) il quale fu ucciso ad Agerola, e quindi non nella città stabiese, su ordine della camorra di Castellammare.
Le indagini ed i retroscena sull’agguato a Torre Annunziata
Gli investigatori indagano sulle ultime ore, le ultime chiamate sul suo cellulare, ma non escludono che l’ordine di uccidere Alfonso sia partito da Castellammare. Forse aveva un appuntamento, risultato fatale. Una trappola tesa per ucciderlo. Non è chiara quindi la matrice dell’omicidio. Anche perché chi ha sparato, stando alle immagini di videosorveglianza raccolte dai carabinieri nei pressi del tribunale, non avrebbe centrato subito l’obiettivo. Un paio di tentativi andati a vuoto, poi i colpi prima alle gambe e al torace, infine al volto.
Potrebbe quindi non trattarsi di professionisti della camorra, ma killer poco esperti. Anche per questo quindi si segue la pista degli ambienti legati alla microcriminalità. Alfonso Fontana era nipote di Antonio Fontana (ex collaboratore di giustizia ed esponente della famiglia dei “Fasani”, con quartier generale al rione Acqua della Madonna), ucciso ad Agerola nel 2018 davanti a una pizzeria.