Napoli, scontri alla manifestazione pro Palestina alla sede Rai

Dieci persone ferite, di cui cinque agenti e cinque manifestanti. L'evento è stato preceduto dalle polemiche scatenate al Festival di Sanremo

Napoli, scontri alla manifestazione pro Palestina alla sede Rai di viale Marconi: dieci persone ferite

Una manifestazione pro Palestina si è trasformata in scontri violenti all’esterno della sede Rai di Napoli, lasciando dieci persone ferite, di cui cinque agenti e cinque manifestanti. L’evento è stato preceduto dalle polemiche scatenate al Festival di Sanremo dopo l’intervento del rapper Ghali e lo slogan “stop al genocidio”, seguito dalla replica della Rai durante la trasmissione di Domenica In, letta da Mara Venier.

Napoli, scontri alla manifestazione pro Palestina alla sede Rai di viale Marconi

Stamattina, un centinaio di manifestanti pro Palestina si sono riuniti al di fuori della sede Rai di viale Marconi a Napoli per protestare contro quello che considerano un sostegno mediatico al genocidio israeliano e una posizione apertamente filo-sionista espressa dalla televisione pubblica.

Inizialmente, la protesta è stata pacifica, ma presto la situazione è degenerata, culminando negli scontri tra manifestanti e agenti di polizia. Cinque agenti, due dei quali appartenenti al Reparto Mobile e altri tre al commissariato di polizia di San Paolo, sono rimasti feriti a seguito di lanci di sassi e bastoni da parte dei manifestanti.

Dieci persone ferite

Allo stesso modo, cinque attivisti pro Palestina hanno subito ferite durante gli scontri. Fortunatamente, nessuno dei feriti versa in condizioni gravi, ma la tensione rimane alta. La Rete Napoli per la Palestina e altri gruppi partecipanti alla manifestazione hanno diramato una nota condannando l’azione della polizia e accusando la televisione pubblica di censurare costantemente il genocidio in corso a Gaza e di esprimere una posizione apertamente filo-sionista.

Secondo i firmatari della nota, la violenza contro i manifestanti pacifici rappresenta un tentativo di reprimere qualsiasi forma di dissenso rispetto alla narrazione ufficiale sul conflitto israelo-palestinese. Chiedono una televisione pubblica che non minacci la libertà di parola e non censuri le voci che denunciano il genocidio in atto, sottolineando che più dell’80% degli italiani chiede un immediato cessate il fuoco.

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