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Agricoltori, florovivaisti campani protesteranno a Bruxelles

“Il prossimo 26 febbraio a Bruxelles ci saremo anche noi per chiedere più tutela e una politica agricola comune più forte. La pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione Europea davanti al blocco del commercio mondiale. Oggi tutto il comparto agricolo, e di conseguenza anche quello florovivaistico, subisce una concorrenza senza regole che rischia di mettere a repentaglio il futuro di tanti agricoltori e delle loro famiglie“.

Lo ha annunciare la sua partecipazione al presidio di protesta indetto a Bruxelles Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani e presidente Coldiretti della sezione di Castellammare di Stabia (che raccoglie iscritti anche dell’area torrese, dei Monti Lattari e Pompei). La protesta si terrà in occasione della riunione dei ministri dell’Agricoltura dei 27 Stati membri dell’Unione Europea.

“L’Europa sembra incapace di fare il punto della situazione” ha aggiunto Malafronte. “Lo stesso – ha aggiunto – accade in Italia con il Governo che annuncia provvedimenti sull’Irpef agricola da inserire nel Milleproroghe, ma nient’altro. Manca una vera semplificazione burocratica ed a pagarne le conseguenze sono le aziende e i lavoratori. Basti pensare che per noi florovivaisti l’ultima festività di San Valentino non ha fatto registrare numeri eccellenti. Un trend di crescita nella vendita di fiori italiani, fortemente osteggiato da una concorrenza sleale e da prodotti provenienti dall’estero e non certo in linea con i nostri standard di produzione”.

Venerdì scorso il presidente Malafronte era a Roma accanto a sindaci, amministratori locali e Regione Campania nella protesta contro lo sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione e contro l’autonomia differenziata. Su quelle tematiche aveva dichiarato: “Siamo preoccupati anche noi per lo scenario che si sta delineando, in particolare nelle regioni del sud dove insistono migliaia di aziende agricole. Anche la scelta del Governo sulle ZES non va nella direzione giusta e potrebbe pregiudicare la nascita e lo sviluppo di realtà agricole e florovivaistiche”.

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